Il primo ottobre 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.L. 137/2024, approvato dal Consiglio dei Ministri italiano per combattere la crescente violenza contro il personale sanitario e socio-sanitario.
Recenti casi di cronaca hanno infatti portato nuovamente all’attenzione del Governo il tema delle aggressioni al personale sanitario. Un problema che, purtroppo, negli ultimi anni è diventato una triste realtà quotidiana. Numerosi sono gli episodi di aggressioni, minacce e danneggiamenti che colpiscono il personale sanitario e le strutture ospedaliere.
La nuova normativa prova a dare una risposta alla crescente ondata di atti di violenza che minaccia non solo la sicurezza degli operatori sanitari, ma anche la qualità e l’efficienza del servizio sanitario nazionale.
In questo articolo vediamo tutte le novità introdotte dal decreto varato dal Governo.
Le aggressioni al personale sanitario: un fenomeno all’ordine del giorno
L’approvazione di questo decreto arriva in un momento in cui gli episodi di violenza contro il personale sanitario sono tristemente diventati una realtà quotidiana.
Secondo i dati diffusi dal Ministero della salute, nel 2023 sono state oltre 16mila le segnalazioni complessive di aggressioni a operatori sanitari sull’intero territorio nazionale, per un totale di circa 18mila operatori coinvolti nelle aggressioni segnalate, la maggioranza delle vittime sono donne.
Il fenomeno, dunque, non è nuovo: per anni abbiamo assistito ad aggressioni al personale sanitario e il Parlamento ha provato a dare una risposta forte prevedendo circostanze aggravanti specifiche (si vedano, ad esempio, le circostanze aggravanti previste dall’art. 61 e dall’art. 583quater).
La cronaca, però, continua a raccontare episodi di violenza incontrollata all’interno delle mura dei principali ospedali italiani. Finita l’emergenza dovuta al Covid-19, le aggressioni sono riprese. Questi episodi spesso hanno alla base la rabbia e la frustrazione per le lunghe attese o per le condizioni del servizio, che, però, sono destinati ad aumentare se non si realizzerà una rapida inversione di rotta.
Già nel 2022, l’OSCE aveva denunciato, nel suo rapporto Healt at the glance, che il numero di infermieri sta drasticamente calando, soprattutto in Italia. Nello stivale, infatti, ci sarebbero la metà degli infermieri rispetto a Paesi come la Francia o la Germania. La conseguenza delle condizioni di lavoro e dello stipendio è evidente: anche il numero di domande per diventare infermieri si è dimezzato. Eppure i dati mostrano che di personale sanitario, soprattutto di infermieri, abbiamo bisogno: stando sempre ai dati elaborati dall’OSCE, infatti, l’Italia sta formando meno infermieri di quanti saranno necessari per sostenere il sistema sanitario.
A proposito di condizioni di lavoro del personale sanitario, la fatidica goccia che ha fatto traboccare il vaso, e che ha portato all’emanazione del D.L. 137/2024, questa volta sono state le due feroci aggressioni avvenute a Foggia nell’arco di sole 24 ore. In rete è stato diffuso un video di medici e infermieri barricati in una stanza per proteggersi dai parenti di una ragazza deceduta nel Policlinico della città pugliese.
Ma non c’è solo Foggia, le aggressioni si verificano in tutte le Regioni italiane.
Questi eventi non solo minacciano la sicurezza fisica degli operatori, ma incidono anche sul loro benessere psicologico, contribuendo al fenomeno del “burnout“, che colpisce già molte categorie professionali impegnate nel settore della cura e dell’assistenza.
Vediamo allora cosa sta facendo il Governo per proteggere il personale sanitario.
Il decreto, spiegato con parole semplici
Come abbiamo anticipato, il primo ottobre il provvedimento del Governo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Dal 2 ottobre, dunque, sono in vigore tutte le novità previste dall’ennesimo decreto (siamo oltre quota settanta) approvato dal Governo guidato da Giorgia Meloni.
Il testo, proposto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal Ministro della Salute Orazio Schillaci e dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, introduce misure specifiche per garantire maggiore sicurezza ai professionisti sanitari e alle strutture in cui operano, e ridimensionare quindi gli atti di violenza contro il personale sanitario.
Vediamo quali sono le singole misure previste dal Governo per combattere la violenza
Il decreto introduce una serie di misure volte a contrastare la violenza nelle strutture sanitarie, sia pubbliche che private.
Tutte le novità del decreto
Vediamo le modifiche al codice penale e di codice di procedura penale introdotte dal decreto:
- La nuova ipotesi di danneggiamento nelle strutture sanitarie. La prima modifica riguarda l’art. 635 c.p. Il decreto ha, infatti, inserito un nuovo comma che punisce chiunque, all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie – siano esse pubbliche o private – con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione del delitto di lesioni personali contro personale sanitario (art. 583quater) distrugge, disperde, deteriora o rende inservibili cose destinate al servizio sanitario o socio sanitario. La pena è la reclusione da 1 a 5 anni e la multa fino a 10.000 euro. Il decreto, dunque, introduce una specifica ipotesi di danneggiamento applicabile quando il fatto è commesso all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie.
- Arresto obbligatorio in flagranza per chi aggredisce il personale sanitario. Il decreto contiene anche modifiche al codice di procedura penale. In particolare, sono stati modificati gli artt. 380 e 382bis c.p.p. La novità riguarda l’estensione dell’arresto obbligatorio in flagranza, cioè dell’arresto effettuato dagli ufficiali e dagli agenti di polizia giudiziaria quando il soggetto viene scoperto nel momento stesso in cui commette il crimine o nei momenti immediatamente successivi. Il decreto, dunque, estende l’obbligo di arresto a chiunque commette il reato di lesioni personali contro un operatore sanitario o socio-sanitario, nonché contro chi svolge attività ausiliarie. Con l’estensione dell’arresto in flagranza per le ipotesi di lesioni o danneggiamento contro il personale sanitario si vuole garantire una risposta immediata ed efficace in caso di aggressione, inviando un messaggio chiaro a chi pensa di poter aggredire impunemente il personale sanitario. Il decreto prevede poi anche l’estensione dell’arresto in flagranza differita: con tale disposizione chi commette atti di violenza all’interno delle strutture sanitarie potrà essere identificato e arrestato entro le 48 ore dalla commissione del fatto, anche se non catturato nell’immediato.
Con le novità che abbiamo appena visto il Governo spera di porre un freno agli episodi di violenza contro i sanitari.
Il diritto alla salute è un pilastro fondamentale della nostra società. Per garantire tale diritto, però, è necessario che chi lavora in questo settore possa operare in un ambiente sicuro e protetto.
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