Le battaglie sindacali che hanno contraddistinto, sin dal suo annuncio, il progetto della «buona scuola» hanno scandito anche le tappe del tormentato percorso che ha portato all’approvazione del testo definitivo della legge.
L’attesa di un’epocale riforma della scuola non è attualmente sfociata, in realtà, in una revisione complessiva dell’intero sistema scolastico, annunciata con le Linee guida della Buona scuola del settembre 2014, ma è stata portata a termine con la tanto contestata L. 13 luglio 2015, n. 107, recante «Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti».
Tale legge, da un lato contiene ampie deleghe al Governo per la revisione di alcuni aspetti dell’apparato scolastico, dettandone gli obiettivi, i criteri e le finalità, dall’altro contiene puntuali “aggiustamenti” diretti ad incidere su settori particolarmente delicati come, ad esempio, i poteri del dirigente scolastico, il nuovo organico dell’autonomia, il piano straordinario di assunzioni, la sicurezza degli edifici scolastici.
Le polemiche che hanno accompagnato la discussione del disegno di legge, l’incertezza del Governo sul tipo di provvedimento da adottare, si giustificano con il fatto che tale riforma va a toccare temi che da tempo sono divenuti veri e propri tabù, come quello, sempre dolente del precariato, spesso a vita, che pesa in prima persona su molti insegnanti.
In futuro si dovrà evincere il pregnante ruolo di leader dell’apprendimento del dirigente scolastico, con tutti i poteri che la L. 107/2015 gli attribuisce, tra cui la “chiamata” discrezionale dei docenti con colloquio e valutazione del curriculum.
La questione che resta aperta è quella di stabilire le modalità di applicazione concreta delle norme, l’adeguamento dei piani di studio e della didattica, e, soprattutto, il riconoscimento della tanto auspicata autonomia scolastica cui sembra il legislatore abbia voluto rimettersi per le decisioni non contenute nella legge.
Adesso non resta altro che attendere la completa attuazione del «pacchetto scuola» per verificare che la tanto auspicata Buona scuola sia anche la migliore possibile, affinché la comunità intera possa beneficiare di una «rinnovata scuola», fondata su valori e principi generalmente condivisi.
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