I Tutor e la Funzione Tutoriale nel TFA

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Autore: Stella Bertuglia - Marina Scarcella

Imparare a insegnare… Insegnare a imparare – Tutor coordinatori – Tutor organizzatori – Tutor dei tirocinanti – Tirocinanti – Aspetti normativi e didattici della professione docente – Le attività tutoriali e il tirocinio

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Esaurito

Edizione: 2013
Numero edizione: II
Pagine: 320
ISBN: 9788891400437
Codice: TF15
Formato: 17 x 24
Abstract

È con vero piacere che accolgo l’invito delle colleghe Stella Bertuglia e Marina Scarcella a scrivere una breve introduzione a questo utile «manuale d’uso» del Tirocinio formativo attivo, Il tutor e la funzione tutoriale nel TFA. Imparare ad insegnare, insegnare ad imparare, che viene in questi giorni ridato alle stampe al momento della ripresa delle attività scolastiche, accademiche e in attesa della ventilata partenza del cosiddetto TFA speciale.

L’occasione è anche quella di fare un rapido punto della situazione di questo percorso formativo che, dopo circa dieci anni, sostituisce la SSIS nella formazione degli insegnanti e che, come primo ciclo, si è, con qualche eccezione, concluso nel luglio scorso.

Da alcuni anni il Ministero ha intrapreso un’ampia — anche se non sempre chiara — opera di pianificazione dell’accesso ai ruoli di docente delle scuole italiane. In attesa di capire se far finalmente partire i corsi universitari di Laurea magistrale specifici per la formazione dei docenti delle diverse materie, si sono contemporaneamente attivate altre ipotesi discusse da tempo: il Tirocinio formativo attivo è una di queste. Queste azioni, che ricalcano analoghe iniziative già in atto in altri paesi europei, trovano l’istituzione Scuola provata da problemi amministrativi e con una schiera molto forte di precari in attesa di una sistemazione dopo anni di attività.

Il Tirocinio formativo attivo (TFA), è un corso svolto dai diversi Atenei, a pagamento, che consente di ottenere, in un anno accademico, l’abilitazione all’insegnamento. In attesa delle future lauree magistrali abilitanti, il TFA sarà, in prospettiva, l’unico percorso didattico abilitante a cui fare riferimento in Italia, percorso che includerà, anche dopo i due anni di studi magistrali, proprio un anno di TFA.

Il Tirocinio formativo attivo è stato istituito con decreto 249/2010. Il TFA cosiddetto ordinario prevede una selezione in entrata articolata su tre prove e un accesso per graduatoria.

Attualmente si accede al tirocinio con le lauree di vecchio ordinamento (DM. 39/98), con un diploma ISEF o con le lauree dei nuovi ordinamenti (specialistica e magistrale – DM22/2005) .

Una prima considerazione, all’indomani della conclusione del TFA di quest’anno, è che le sedi sono distribuite sul territorio nazionale in modo non omogeneo. Questo implica, per alcuni corsisti, in special modo per quelli che vivono in regioni che soffrono di problemi logistici importanti, la rinuncia alla possibilità di frequentare e quindi di conseguire questo titolo abilitante che prevede la frequenza obbligatoria a due terzi delle lezioni frontali.

Altra necessaria considerazione è che il TFA è economicamente gravoso, dato che costa una media di 2500 euro, quota fissa, che non tiene in considerazione la fascia di reddito del corsista.

A questa spesa, per coloro i quali devono spostarsi per seguire i corsi, si aggiungono le spese del pendolarismo. Per altro la spesa «energetica» del corsista tipo, studente/docente e pendolare è al limite del sopportabile. E questo a detrimento della sua motivazione e concentrazione, nonché della serenità sua e del gruppo (classe) di cui fa parte.

Il TFA è stato organizzato dalle università, a cura delle Facoltà responsabili della preparazione ed espletamento dei piani di studio (e comprende crediti di discipline socio-pedagogiche e crediti curriculari). Il prossimo TFA verrà presumibilmente gestito dai dipartimenti o meglio dalle Strutture di raccordo, che dovranno fronteggiare l’organizzazione dei corsi e la gestione logistica delle aule, anche nel fine settimana. Per quella che è stata la mia esperienza di coordinamento, in questo primo anno trascorso, queste problematiche sono state tutt’altro che trascurabili e molti problemi si sarebbero evitati con una migliore programmazione temporale, limitando i ritardi nell’attuazione delle procedure.

Le carenze organizzative e logistiche, nonché interpretative a livello burocratico e giuridico tra le varie sedi universitarie, che sono emerse dalla prima edizione del TFA, dovranno essere risolte rapidamente perché l’esperienza ci dice che la cronicizzazione di certe anomalie è molto rapida.

Il 24 settembre 2012 è stato bandito il Concorso a cattedre, in contemporanea (e in antagonismo) con il TFA. La procedura prevede la disponibilità di 11.542 posti. Ad oggi, secondo l’operazione trasparenza voluta dal Ministro Carrozza, sappiamo che i vincitori sono poco più di 8000 e quelli effettivamente entrati in ruolo, ad agosto 2013, sono circa 4000. Gli altri posti (un numero palesemente maggiore) verranno presumibilmente coperti dagli scorrimenti nelle Graduatorie ad esaurimento (Gae).

A questo si aggiunge la pubblicazione del decreto su un TFA «speciale», variante obbligata, che per altro, a dichiarata tutela dei più giovani (…), attribuirà 6 punti e non dodici come il TFA ordinario.

Un sistema quindi piuttosto farraginoso, che continua a sviluppare dubbi, perplessità sulle scelte, ancora maggior dispendio «energetico» negli interessati e soprattutto una forte competizione inter e infra categorie di lavoratori della Scuola. Non la sbandierata competizione utile, che fa crescere la qualità, ma la competizione sul punto in graduatoria, il mors tua vita mea che non ha nulla della selezione naturale ma piuttosto incarna un deleterio fatalismo fideistico.

Il manuale offre una lettura critica ed aggiornata della scuola italiana attuale partendo nei primi due capitoli proprio dal confronto fra quello che è stato il sistema scolastico tradizionale, con i limiti dettati più da una non attualità che da una inadeguatezza culturale, e quello attuale, che potremmo definire riformato, più attento alla realtà sociale nazionale ed europea, alle problematiche di genere e della disabilità, alla deriva (intesa in senso dinamico e non negativo) inesorabile e generazionale verso una digitalizzazione del sapere e della sua docenza.

Il volume si dedica ad una efficace disamina della didattica in Europa e in Italia, in vista di una sempre maggiore integrazione e interazione tra i popoli della Comunità.

Di particolare interesse per la sua attualità e criticità è il capitolo sulla personalizzazione del sapere e quindi dei programmi. Sappiamo da tempo che esistono intelligenze e sensibilità diverse, esiste persino una crescente attenzione verso una medicina personalizzata, che parte da una sensibilità etnografica e non globalizzata. Una Scuola attuale ma scientificamente rigorosa, aperta a tutti è il primo dovere di uno Stato verso le nuove generazioni, primo sintomo di reale democrazia. I molti contenuti di questo libro ce lo ricordano continuamente.

Senza però dimenticare la finalità della scuola, costituzionalmente sancita, di fornire strumenti culturali e critici agli studenti e non solo assistenza.

Buona fortuna quindi a «I tutor e la funzione tutoriale nel TFA – Insegnare ad imparare (e soprattutto) imparare ad insegnare».

TF15

Indice

Parte I

Aspetti normativi e didattici della professione docente

Capitolo 1: La scuola in Italia

1. La scuola di ieri

1.1 Il periodo napoleonico

1.2 L’Ottocento

1.3 La prima metà del Novecento in Italia

2. La scuola nell’Italia repubblicana

2.1 La scuola media unificata e la scuola materna statale

3. I decreti delegati

3.1 Il D.P.R. 31 maggio 1974, n. 416

3.2 Il D.P.R. 31 maggio 1974, n. 417

3.3 Il D.P.R. 31 maggio 1974, n. 418

3.4 Il D.P.R. 31 maggio 1974, n. 419

3.5 Il D.P.R. 31 maggio 1974, n. 420

3.6 Legge 4 agosto 1977, n. 517

3.7 D.M. del 1979 e Legge 104/1992

4. Disposizioni normative

5. La riforma Moratti

6. La scuola di oggi

6.1 Acronimi

6.2 La riforma della Costituzione

7. Il Ministero Fioroni

8. La riforma della scuola secondaria di secondo grado

9. Il Ministero Profumo

10. Il Ministero Carrozza

Capitolo 2: La dimensione europea dell’educazione

1. Scuola ed Europa

1.1 Caratteristiche del processo formativo

1.2 Requisiti della progettazione formativa

2. Il cammino dell’Unione Europea

3. La strategia di Lisbona

4. Il miglioramento dei sistemi di istruzione

4.1 Le linee di orientamento

4.2 Strategie riguardanti l’istruzione e la formazione

5. Competenze chiave per l’apprendimento permanente

5.1 I cinque obiettivi per rafforzare l’efficacia e la qualità dei sistemi

5.2 La nuova strategia UE 2020

6. I programmi europei: Youth on the move e LLP

6.1 Youth on the move (Gioventù in movimento)

6.2 Il programma LLP

7. Altri programmi

Capitolo 3: L’autonomia scolastica

1. L’autonomia degli istituti scolastici

1.1 Dimensionamento della rete scolastica e deroghe per le comunità con esigenze particolari

2. Autonomia finanziaria e contabile

3. Autonomia organizzativa e didattica

3.1 Diversificazione dell’azione educativa

4. Reti di scuole

5. Il Piano dell’Offerta Formativa

5.1 ll programma annuale

5.2 Fasi procedurali del programma annuale

5.3 Esercizio provvisorio

Capitolo 4: La funzione docente

1. La libertà di insegnamento

2. Diritti e doveri del docente

2.1 Gli ulteriori doveri del docente

2.2 Aggiornamento e formazione in servizio

3. Le competenze chiave

4. Responsabilità e aspetti disciplinari

4.1 Attività compatibili, non compatibili e incompatibili

4.2 Responsabilità

4.3 Comitato paritetico sul mobbing

4.4 Infrazioni/sanzioni

Capitolo 5: Gli organi collegiali della scuola

1. Concetto di comunità scolastica

2. La riforma degli organi collegiali territoriali

2.1 Il livello centrale: il Consiglio superiore della pubblica istruzione

2.2 Il livello regionale: i Consigli regionali dell’istruzione

2.3 Il livello locale: i Consigli scolastici locali

3. Organi collegiali destinati a scomparire

3.1 Il Consiglio scolastico distrettuale

3.2 Il Consiglio scolastico provinciale

3.3 Il Consiglio nazionale della pubblica istruzione

4. Organi collegiali a livello di circolo e di istituto

4.1 Generalità

4.2 Consigli di intersezione, di interclasse e di classe

4.3 Collegio dei docenti

4.4 Il Consiglio di circolo o d’istituto e la Giunta esecutiva

4.5 Comitato per la valutazione del servizio dei docenti

Capitolo 6: La flessibilità scolastica

1. Adattamento dell’orario scolastico

2. Attività di accoglienza

3. Orientamento

4. Riequilibrio culturale

5. Insegnare in team

5.1 Quando lavora un team?

6. Codocenze

7. Classi aperte

8. Un progetto interclasse di educazione alla salute

Capitolo 7: La didattica disciplinare

1. La scuola orientativa

1.1 Didattica orientativa e presidi formativi

2. Teorie dell’apprendimento e azione educativa

2.1 Il comportamentismo

2.2 L’epistemologia genetica di Piaget

2.3 Il cognitivismo

2.4 Dal cognitivismo alla psicologia culturale

2.5 Costruttivismo e sociocostruttivismo

2.6 Teoria delle intelligenze multiple

3. Stili di apprendimento e approcci strategici

3.1 Cosa ci si aspetta dal docente?

3.2 Prestare attenzione allo stile di apprendimento

3.3 Utilizzare diversi canali di apprendimento

3.4 Come operare contemporaneamente con gruppi di alunni olistici e analitici

3.5 Brain storming

3.6 Mappe mentali

3.7 Mappe concettuali

4. Il pensiero laterale e il pensiero verticale

4.1 I sei cappelli per pensare di Edward De Bono

5. Gestione di gruppi

6. Didattica laboratoriale, problem solving e lavoro per progetti

6.1 Didattica laboratoriale

6.2 Didattica per problemi

6.3 Lavoro per progetti (project work)

Capitolo 8: La didattica di genere

1. Il cammino internazionale delle pari opportunità

1.1 Il Decennio internazionale della donna

1.2 Le pari opportunità dal 1986 ad oggi

2. Il cammino delle pari opportunità in Italia

2.1 Le quote rosa

3. Educazione alla differenza e didattica di genere

4. Politiche educative nel contesto internazionale ed europeo

5. Le politiche per l’uguaglianza di genere in Italia

6. Orientamento di genere: in Italia è possibile?

Capitolo 9: La didattica integrata per gli alunni diversamente abili di Ignazia Caruso

1. Quadro generale di riferimento sulla normativa italiana per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità

2. Definizione di persona disabile

3. Diritto all’istruzione e all’integrazione scolastica

4. La Diagnosi Funzionale (DF)

5. Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)

6. Il Piano Educativo Individualizzato o Personalizzato (PEI o PEP)

7. La valutazione degli alunni disabili

7.1 La valutazione nella scuola dell’obbligo

7.2 La valutazione nella scuola secondaria di secondo grado

7.3 Valutazione degli alunni disabili e insegnante di sostegno

8. Rapporto numerico insegnanti-alunni

Capitolo 10: I bisogni educativi speciali di Anna Maria Farina

1. Dall’integrazione all’inclusione

2. Il Piano Didattico Personalizzato

3. Il nuovo modello organizzativo

4. Esempio di Piano Didattico Personalizzato per l’inclusione degli alunni con bisogno educativo speciale (USR Lazio)(direttiva ministeriale 27-12-2013 e C.M. n. 8/2013)

Capitolo 11: La programmazione

1. La cultura della programmazione

2. La pianificazione di un curricolo

3. Programmazione d’istituto

4. Programmazione educativa

5. Programmazione didattica

Capitolo 12: La valutazione

1. Valutazione e autovalutazione

2. Performance

3. L’aspetto sociale della valutazione

4. Valutazione di sistema e valutazione delle scuole

4.1 Valutazione interna

4.2 Valutazione esterna

4.3 Valutazione esperta

5. Sintesi del quadro di riferimento teorico della valutazione del sistema scolastico e delle scuole

5.1 Il valore aggiunto

5.2 Le dimensioni del modello

5.3 L’analisi del contesto

5.4 Input

5.5 Processi di valutazione e school effectiveness

5.6 Risultati

6. Il progetto VSQ: la sperimentazione di un prototipo

7. VALES: una risposta attesa

8. Gli standard

9. Perché valutare nella scuola?

10. Le fasi della valutazione

10.1 La valutazione formativa

10.2 La valutazione sommativa

11. Dalla valutazione alla misurazione

12. Verifiche

13. L’era delle competenze

Capitolo 13: Libri di testo e visite guidate

1. Adozione dei libri di testo

2. Visite guidate e viaggi di istruzione

2.1 Finalità dei viaggi di istruzione e delle visite guidate

2.2 Tipologia dei viaggi

2.3 Destinatari

2.4 La scelta della meta

2.5 Durata dei viaggi e periodi di effettuazione

2.6 I docenti accompagnatori

2.7 La scelta del mezzo di trasporto

2.8 Assicurazione contro gli infortuni

2.9 Organi competenti

2.10 Aspetti finanziari

2.11 La documentazione

3. Esempio di un progetto per una visita guidata

Capitolo 14: La sindrome di burnout

Parte II

Le attività tutoriali e il tirocinio

Capitolo 1: Funzione tutoriale e tutorship

1. Tutor: le varie accezioni del termine

2. La funzione tutoriale come innovazione, ricerca, formazione

3. Il tutor e i percorsi formativi

Capitolo 2: Funzioni e compiti del tutor nella scuola

1. Le diverse funzioni di tutorato nella scuola

2. Tutor e apprendimento permanente

3. Tutor d’aula

3.1 Attività e compiti del tutor d’aula

3.2 Situazione di lavoro

3.3 Competenze necessarie

4. Il Tutor aziendale

4.1 Funzione di accoglienza e di accompagnamento all’inserimento

4.2 Funzione di trasmissione della cultura organizzativa e funzione di integrazione

4.3 Funzione di facilitazione e sostegno all’apprendimento

4.4 Funzione di pianificazione della formazione interna e monitoraggio

4.5 Funzione di gestione del sistema di relazioni

5. Il tutor FAD (formazione a distanza)

5.1 Competenze e formazione del Tutor FAD

6. I tutor dei progetti PON-FSE

6.1 Il referente per la valutazione

6.2 Il facilitatore

6.3 Diagnosi delle competenze alfabetiche dei corsisti

Capitolo 3: Il tirocinio

1. Le scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario

2. Tirocinio e innovazione

3. Tirocinio e qualificazione professionale

4. Organizzazione e svolgimento del tirocinio

5. Attori e attività del tirocinio

5.1 Tirocinanti

5.2 Docenti tutor

5.3 Il tutor coordinatore

5.4 Il tutor dei tirocinanti

5.5 Tutor organizzatore

5.6 Dirigenti

6. Uffici scolastici regionali

7. Valutazione dei tirocinanti

8. Specializzazione CLIL (Content and Language Integrated Learning)

9. Formazione iniziale per il sostegno

Capitolo 4: Le attività tutoriali nel TFA

1. Attività di progettazione del tirocinio

2. Attività di scambio

3. Attività di osservazione del tirocinante

4. Attività di programmazione della pratica diretta

5. Attività di realizzazione dell’esperienza

6. Attività di riflessione critica

7. Attività di osservazione e valutazione dei tutor

Capitolo 5: La tutorship nel ruolo docente

1. Il tutor degli alunni

2. Il tutor come «struttura di sostegno» all’innovazione

3. Il profilo professionale del tutor nella scuola

3.1 Una situazione di attesa

3.2 Per un approccio professionale

3.3 Non basta dire tutor

4. La funzione tutoriale nei percorsi di alternanza scuola lavoro

4.1 L’équipe pedagogica

4.2 Il responsabile organizzativo dell’alternanza dell’istituto

4.3 Il tutor aziendale nell’alternanza

4.4 Interazione tra tutor aziendale e tutor della scuola

Capitolo 6: Il tutor degli alunni in Europa

1. Regno Unito

2. Francia

3. Spagna e Portogallo

4. Austria e Germania

5. Paesi Bassi

6. Scandinavia

7. Europa Orientale

Appendice

Decreto 8 novembre 2011. — Disciplina per la determinazione dei contingenti del personale della scuola necessario per lo svolgimento dei compiti tutoriali, la loro ripartizione tra le università e le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, e criteri per la selezione degli aspiranti a tali compiti, in attuazione dell’articolo 11, comma 5 del decreto 10 settembre 2010, n. 249 (12A05643)

Decreto Ministeriale 30 novembre 2012, n. 93. — Definizione delle modalità di accreditamento delle sedi di tirocinio

Bibliografia

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