L’esigenza di approfondire argomenti che erano stati soltanto sfiorati nelle edizioni precedenti ha reso necessario dare alle stampe questa nuova edizione.
In particolare, il volume si è arricchito di due capitoli nuovi, uno dedicato al medico di guardia e al medico di pronto soccorso e l’altro agli aspetti più rilevanti della responsabilità penale del medico.
Del servizio di guardia medica (o servizio di continuità assistenziale) si occupano spesso i tribunali. Il contenzioso riguarda, solitamente, vicende in cui il medico di guardia, sollecitato per telefono e in presenza di sintomi preoccupanti, si rifiuta di effettuare la visita e prescrive la cura per telefono. Si tratta di una condotta normale nella prassi, ma contraria a quanto prevede l’art. 52 D.P.R. 270/2000: in base a tale norma la visita domiciliare, se richiesta, costituisce una situazione ordinaria di assistenza medica, mentre l’eccezione è rappresentata dal mancato intervento, di cui deve essere annotato il motivo nei prescritti registri. L’intervento domiciliare, pertanto, è un dovere d’ufficio del medico di guardia, soprattutto in presenza di sintomi oggettivamente allarmanti.
Del tutto particolare, poi, è la posizione del medico di pronto soccorso, il quale normalmente si trova a dover fronteggiare situazioni d’emergenza che non consentono di effettuare diagnosi approfondite, ma soltanto accertamenti basati sui sintomi visibili. Ciò comporta un adattamento delle regole sulla responsabilità civile e penale.
Dovrà, infatti, escludersi la colpa del medico di pronto soccorso che, per un errore diagnostico, dimetta un paziente il quale, a causa di tale omissione, sia successivamente deceduto, quando la singolarità e la non risolutività del sintomo riscontrato non consentiva di sospettare di una patologia che avrebbe dovuto imporre ulteriori accertamenti diagnostici non effettuabili in quel presidio.
Questi aspetti sono legati, ovviamente, al tema della responsabilità penale, al quale, come accennato, è stato dedicato un capitolo ad hoc. In giurisprudenza, ad esempio, si è posto più volte il problema delle conseguenze penali a carico del chirurgo che effettui un intervento senza il consenso del paziente, e sono state richiamate, di volta in volta, le fattispecie del delitto di violenza privata, delle lesioni volontarie e dell’omicidio preterintenzionale.
Anche l’abbandono del reparto senza la timbratura del cartellino, pratica estremamente diffusa nelle strutture pubbliche, costituisce reato, così come l’alterazione delle cartelle cliniche e delle schede operatorie per mascherare errori od omissioni.
Oltre all’inserimento ex novo di questi argomenti si è provveduto a riscrivere il capitolo sul personale paramedico, nel quale è stato dedicato ampio spazio alla figura dell’ostetrica, e il capitolo sui danni risarcibili, con gli ultimi sviluppi giurisprudenziali.
A queste tematiche si affiancano, come nelle edizioni precedenti, gli argomenti “classici” della posizione di garanzia del medico, del nesso di causalità e della responsabilità medica d’equipe, nonché altre questioni minori, quali il comparaggio, la responsabilità del medico penitenziario e l’attività extramuraria.
L’intero volume è stato poi aggiornato alle ultime novità normative e giurisprudenziali ed è stato arricchito da un puntuale indice analitico-alfabetico che consente di trovare con immediatezza l’argomento di interesse.
Un dettagliato elenco di atti giudiziari riportato in appendice consente, infine, di entrare col piede giusto nell’arena dei tribunali.
Un dettagliato elenco di atti giudiziari riportato in appendice consente, infine, di entrare col piede giusto nell’arena dei tribunali.
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