La legislazione turistica si raffronta con una realtà economica dinamica nell’ambito di uno scenario internazionale. In questo senso gli interventi legislativi frammentari che si sono susseguiti nel corso del tempo, in particolar modo dopo la Riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001, hanno indebolito la posizione del nostro Paese.
Il Codice del Turismo, approvato con il D.Lgs. 23 maggio 2011, n. 79 (recante il Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo, a norma dell’articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246, nonché attuazione della direttiva 2008/122/CE, relativa ai contratti di multiproprietà, contratti relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine, contratti di rivendita e di scambio), rappresenta un tentativo di superare questa situazione attraverso una risposta basata sul coordinamento e la semplificazione della normativa in materia di turismo.
Punto di partenza invalicabile per ogni intervento statale è rappresentato dall’art. 117 della Costituzione, che ha attribuito alle Regioni in maniera esclusiva, attraverso il principio della residualità, la competenza in materia turistica.
Con la seconda Legge quadro 135/2001, il legislatore aveva inteso superare il disegno centripeto su cui si basava la prima Legge quadro 217/1983, introducendo aspetti innovativi: il riconoscimento del ruolo dell’impresa e dell’industria turistica; la ridefinizione delle imprese turistiche, attraverso il loro inserimento nell’ambito delle piccole e medie imprese del sistema produttivo italiano; il riconoscimento del ruolo strategico del turismo per lo sviluppo economico ed occupazionale del Paese nel contesto internazionale, l’introduzione dei sistemi turistici locali (STL) come strumento di collaborazione pubblico-privata.
Tuttavia lo scenario economico e l’esigenza federalista hanno manifestato delle forze contrastanti con una prevalenza normativa centrifuga.
Il Codice del Turismo intende porsi in un ambito normativo mediano che potremmo definire centripeto-federale per consentire al Paese di rapportarsi verso l’esterno come un interlocutore unico e di fornire alla ormai matura figura del turista-consumatore il riconoscimento di diritti nuovi.
In tal senso il presente Lavoro si occupa delle novità introdotte dal D.Lgs. 79/2011, operando una disamina degli aspetti connessi in cui vanno a collocarsi:
— la ridefinizione allargata del concetto di impresa turistica;
— la semplificazione delle procedure amministrative per l’avvio dell’impresa turistica;
— l’introduzione di un sistema di rating, associabile alle stelle, per tutte le strutture ricettive;
— la valorizzazione del Made in Italy con le attestazioni di eccellenza turistica;
— l’introduzione della Carta dei Servizi turistici per ogni pubblica amministrazione, allo scopo di aumentarne la qualità e la competitività;
— il riconoscimento del risarcimento per il danno morale da vacanza rovinata;
— l’introduzione del nuovo istituto della mediazione facoltativa, a rafforzamento delle procedure già riconosciute di negoziazione volontaria o paritetica o a quella di conciliazione davanti a commissioni arbitrali o conciliative;
— il rafforzamento delle garanzie offerte dal Fondo di Garanzia con polizze assicurative che assicurino al turista il rientro immediato dall’estero, in caso di emergenze imputabili o meno al comportamento dell’organizzatore o dell’intermediario, e che assicurino assistenza anche dal punto di vista economico;
— il riconoscimento del turismo sociale con il sistema dei buoni vacanza;
— l’attuazione, nell’ambito del decreto legislativo in cui è inserito il Codice, della disciplina europea che uniforma l’istituto della Multiproprietà, prevedendo una maggiore trasparenza nei contratti per un’accresciuta tutela dell’acquirente.
165
“
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.