Redigere un Codice costituzionale è un modo ‘alto’ per rendere omaggio ad una carta costituzionale che, a dispetto dei circa 60 anni trascorsi dalla sua emanazione, conserva complessivamente un eccellente stato di salute e, in certe sue parti, denota una sorprendente vitalità.
L’omaggio, com’è naturale, non va inteso in senso ritualistico come dinanzi ad un sistema di regole dettate una volta per tutte e, in quanto tali, immodificabili.
Bisogna laicamente muovere dalla consapevolezza che nessun testo costituzionale può integralmente reggere all’usura del tempo, specie con l’accelerazione dei mutamenti sociali cui il presente ci ha abituato.
Ciò che conta, però, è cogliere la perdurante validità dell’impianto complessivo della carta, pur disegnata per un’Italia così diversa da quella attuale, com’era quella appena uscita dal secondo conflitto mondiale e dalla Resistenza.
Oggi il nostro Paese è pienamente immerso nel processo d’integrazione europea; fa parte del ristretto numero di quelli più industrializzati del mondo. Nonostante le difficoltà dell’oggi, è in grado di assicurare ai suoi cittadini condizioni di vita che altri invidierebbero.
Tutto questo è avvenuto nel solco tracciato dalla nostra Costituzione, alla cui conoscenza ed al cui studio sarebbe bene continuare ad educare i nostri giovani. Se a tale obiettivo potrà concorrere, foss’anche in misura ridotta, questo Codice, avremo ragione di sentirci gratificati per l’impegnativo e rigoroso lavoro svolto.
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