La comunicazione diventa oggetto delle scienze sociali anche in concomitanza con lo sviluppo delle tecnologie di trasferimento dei segnali e dei simboli, che infrange i limiti di spazio e di tempo e produce nuove dinamiche di relazione sociale. Quando la penny press viene distribuita al mattino nelle case, la radio diventa un potente strumento di propaganda politica, la televisione la baby sitter dei bambini e Internet la lavagna della scienza.
Il volume presenta e discute le principali ricerche sociologiche sul rapporto tra media e società, inserendole nel contesto sociale e disciplinare del tempo. Dopo aver passato in rassegna la nozione di comunicazione in diverse discipline, dall’etologia alla psicologia, dalla semiotica alla linguistica, l’Autrice presenta una propria griglia di lettura degli studi sulla comunicazione dell’uomo socializzato, utilizzando la nozione di paradigma disciplinare, elaborata da Thomas Kuhn. Si tratta di un’indagine a tutto campo che, partendo dalla considerazione che le tecnologie di comunicazione sono anche una risorsa per lo sviluppo economico e la modernizzazione, dà ampio spazio ai paradigmi olistici. Infatti, quello che è stato a lungo considerato il paradigma dominante della ricerca sui media è oggi in crisi perché costretto dalla propria natura. Tale paradigma, che ha avuto origine negli Stati Uniti ed è stato introdotto in Europa con l’americanizzazione della cultura, mostra ora i suoi limiti intrinseci, mentre i paradigmi olistici, di derivazione marxiana e no, suggeriscono letture dei processi della società tecnologicamente avanzata più convincenti. In particolare i paradigmi olistici complessi, che propongono una spiegazione dei processi in atto attraverso l’intreccio di tre tipi di variabili: tecnologiche, economiche e sociali.
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