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Referendum cittadinanza: raggiunto il quorum

Che cos’è il referendum sulla cittadinanza di cui si parla in questi giorni

In un Paese fortemente interessato da fenomeni migratori come l’Italia, il dibattito sulla cittadinanza è sempre più acceso e in questi giorni lo è diventato ancor di più.

In questo articolo analizziamo brevemente quali sono, ad oggi, le modalità attraverso le quali si può acquisire la cittadinanza italiana e cosa può cambiare in caso di approvazione del referendum sulla cittadinanza promosso da +Europa di cui il 30 settembre si chiuderà la raccolta firme, ma il quorum è già stato raggiunto.

Come si diventa cittadini italiani?

La cittadinanza è una condizione riconosciuta ad alcuni soggetti che si trovano nel territorio dello Stato. Tale condizione garantisce diritti ma comporta anche alcuni doveri.

In particolare, il riconoscimento della cittadinanza garantisce il diritto a rimanere nel Paese, ma anche il diritto di votare, di ricoprire cariche pubbliche, di partecipare a concorsi pubblici, di uscire e rientrare dal territorio dello Stato e, non ultimo, la possibilità di partecipare ai programmi Erasmus.

In Italia la principale normativa di riferimento in tema di cittadinanza è contenuta nella L. 91/1992

Vediamo, quindi, quali sono i principali criteri di acquisto della cittadinanza italiana.

In Italia acquistano di diritto la cittadinanza tutti coloro che hanno almeno un genitore italiano (cd. ius sanguinis).

Oltre allo ius sanguinis, in alcuni casi la cittadinanza si può acquisire in base al luogo di nascita (cd. ius soli). In Italia sono previste forme molto limitate di applicazione dello ius soli. Ad esempio, acquista la cittadinanza tramite ius soli anche il figlio di ignoti trovato sul territorio della Repubblica, se non viene provato il possesso di altra cittadinanza.

Nel nostro ordinamento, al contrario di altri Stati, dunque, anche se si nasce sul territorio italiano non è automaticamente riconosciuta la cittadinanza.

La cittadinanza può essere acquistata anche per matrimonio, sposando un cittadino o una cittadina italiani, o per concessione.

Cerchiamo di capire meglio qual è la procedura di acquisto della cittadinanza per concessione e come potrebbe cambiare in caso di approvazione del referendum. Il referendum abrogativo proposto prevede, infatti, proprio una modifica relativa all’acquisto della cittadinanza per concessione, disciplinata dall’art. 9 della L. 91/1992, di cui si chiede la parziale abrogazione.

La cittadinanza per concessione

In base all’art. 9 della L. 91/1992, la cittadinanza italiana può essere concessa, tra gli altri, allo straniero che risiede legalmente in Italia da almeno 10 anni. Per ottenere la cittadinanza, lo straniero deve dimostrare di avere una buona conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.

È opportuno premettere che l’Italia è uno dei Paesi europei con i requisiti più severi per ottenere la cittadinanza e, anche per questo, diverse sono state negli anni le proposte di modifica avanzate dai diversi schieramenti politici.

Il quesito referendario

Il 4 settembre 2024, il segretario di +Europa ha depositato presso la Corte di Cassazione il quesito referendario.

Il referendum sulla cittadinanza è un referendum abrogativo (di referendum in Italia abbiamo già parlato qui), cioè un referendum che propone l’abrogazione parziale dell’art. 9 della L. 91/1992, per ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter presentare la domanda di cittadinanza (come originariamente previsto dalla L. 91/1992). Gli altri requisiti, invece, resterebbero inalterati.

Secondo il comitato promotore, la modifica coinvolgerebbe oltre 2.500.000 persone che in Italia non solo nascono, vivono e crescono, ma che qui lavorano e contribuiscono alla crescita del Paese.

Il quesito punta a un target diverso rispetto a quello cui si riferiscono le varie proposte di estensione della cittadinanza che si sono susseguite nel corso degli anni. In particolare, rispetto allo ius soli, pure rivendicato da alcuni partiti, che riguarda solo chi nasce in Italia, il quesito è più ampio perché si riferisce a tutti coloro i quali si trovano in Italia (a prescindere dal fatto che siano nati qui). La proposta referendaria, poi, ha una platea di riferimento più ampia anche rispetto a quella cui si applicherebbe lo ius scholae, di cui tanto si sta discutendo in questi mesi (che si riferisce solo a chi completa il ciclo di studi in Italia).

Secondo il comitato promotore, il referendum cittadinanza allineerebbe l’Italia a quasi tutti gli altri Stati europei.  Il termine di soggiorno legale di 10 anni attualmente previsto dalla normativa Italiana è, infatti, uno dei più restrittivi tra quelli dei Paesi dell’UE. La Germania, ad esempio, ha approvato una legge che ha stabilito il termine di 5 anni di residenza per l’ottenimento della cittadinanza.

I passaggi verso il referendum

Per far sì che il referendum si tenga e, quindi, lasciare che sia il popolo a esprimersi sull’acquisto della cittadinanza, dovevano essere raccolte 500.000 firme entro il 30 settembre, data entro la quale le firme devono essere presentate in Cassazione, presso l’Ufficio centrale per il referendum.  Il 24 settembre è stato raggiunto il quorum di 500.000 firme richiesto.

Entro il 31 ottobre, quindi, l’Ufficio dovrà effettuare il controllo di legittimità-regolarità e, successivamente, entro il 10 febbraio, la Corte costituzionale dovrà esprimere il giudizio di ammissibilità. Se tutti questi passaggi avranno esito positivo, i cittadini italiani saranno chiamati a votare per l’abrogazione parziale dell’art. 9 nella primavera del 2025.

La raccolta firme

Nelle settimane successive al 4 settembre la raccolta firme è andata a rilento: sulla piattaforma del Ministero della Giustizia in due settimane sono state raccolte circa 27 mila firme, numero ben lontano dal quorum richiesto.

La raccolta ha però visto un boom di adesioni nel weekend del 21 settembre, dopo l’intervento di personaggi pubblici come Zerocalcare e Ghali. Come abbiamo anticipato, il 24 settembre è stato raggiunto il quorum.

La mobilitazione di persone successiva agli appelli di Zerocalcare e Ghali ha addirittura fatto andare in tilt la piattaforma del Ministero della Giustizia.

Anche se il quorum è stato raggiunto, è comunque possibile firmare per il referendum. La procedura è facilissima: basta connettersi al sito https://referendumcittadinanza.it/ e accedere tramite SPID, CIE, AND o CNS. Oltre alla firma digitale, è possibile firmare anche nei banchetti organizzati dal comitato promotore.

Se vuoi approfondire il tema della cittadinanza, ti consigliamo la lettura del Compendio di diritto costituzionale.