Maturità 2025 e intelligenza artificiale: un aiuto o un rischio?

Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale (IA), in particolare ChatGPT, è diventata una presenza quotidiana tra i banchi di scuola e nelle case di tantissimi studenti. L’IA per alcuni studenti non è più un semplice strumento da consultare per superare le incertezze nello svolgimento dei compiti, ma è diventato un vero e proprio tutor virtuale. Grazie alle sue spiegazioni semplici, è sempre pronta a rispondere a qualsiasi domanda su qualsiasi argomento. Ma è veramente l’oracolo che gli studenti credono che sia?
L’intelligenza artificiale in Italia, ormai, è una compagna di studio quotidiana. Questa nuova tecnologia viene utilizzata per la preparazione dell’esame di maturità, perché sembra molto utile per ripassare argomenti complessi, trovare collegamenti tra le materie e ricevere spunti per la tesina. Ma, come vedremo, non è tutto oro quello che luccica e l’IA può essere uno strumento fuorviante, soprattutto nella fase di apprendimento.
I dati
Un sondaggio realizzato su un campione di 1.000 maturandi italiani ha mostrato che oltre il 90% degli studenti ha usato almeno una volta ChatGPT – o strumenti simili – per prepararsi all’esame di Stato. Il 24% afferma di non aver mai utilizzato l’IA, mentre il 42% dice di affidarsi regolarmente, soprattutto in vista del colloquio orale.
Ma c’è anche un lato oscuro: il 23% degli studenti confessa che se ci fosse la possibilità, userebbe l’IA durante l’esame. Il 12% lo farebbe solo in caso di difficoltà, mentre un altro 17% ci sta comunque pensando. Solo 1 su 3 ha paura di essere scoperto dai docenti. Questo significa che molti studenti non percepiscono come grave l’uso illecito dell’IA durante una prova ufficiale, soprattutto se pensano che i professori non saprebbero distinguere un testo scritto da un’intelligenza artificiale rispetto a uno scritto “di proprio pugno”.
Ma, quando si parla dell’esame di maturità, l’uso dell’IA apre un grande interrogativo: dove finisce l’aiuto e dove comincia l’imbroglio?
Gaokao e blackout dell’IA
Dal 7 al 10 giugno 2025 in Cina si è svolto il gaokao: esame nazionale per l’accesso all’università. Il gaokao è un evento gigantesco che coinvolge più di 13 milioni di studenti desiderosi di iscriversi all’università. Il risultato di questo esame può determinare il futuro universitario, lavorativo e persino sociale degli studenti cinesi.
Per garantire la massima equità e trasparenza, il governo cinese ha adottato misure molto severe contro ogni possibilità di imbroglio. Una delle più importanti è stata la disattivazione delle funzioni delle principali intelligenze artificiali durante le giornate dell’esame. Le più grandi aziende tecnologiche cinesi, come Tencent (WeChat), ByteDance (TikTok, CapCut), Alibaba, Moonshot e Deepseek hanno bloccato temporaneamente le funzioni che permettono agli utenti di scattare foto e ottenere risposte automatiche da parte dell’IA. È stato quindi impossibile per gli studenti cinesi, ad esempio, fotografare una domanda e riceverne la soluzione dal software in sede d’esame.
In Cina l’IA è stata spenta nei giorni d’esame e tutti i servizi hanno mostrato un messaggio simile: “Funzionalità momentaneamente sospesa per garantire correttezza ed equità durante l’esame.”
In Cina i controlli vanno ben oltre il blocco dell’IA. Durante il gaokao, il sistema di sorveglianza include: droni che sorvolano le scuole; metal detector all’ingresso per evitare auricolari o dispositivi nascosti; blocco dei segnali cellulari nelle aule; riconoscimento facciale e controllo vocale per accertare l’identità degli studenti; telecamere con software di analisi comportamentale per rilevare movimenti sospetti o passaggi di fogli e oggetti.
I compiti scritti vengono trattati come materiale altamente riservato: custoditi in stanze blindate, trasportati da guardie armate, addirittura classificati come segreto di Stato in alcune province.
Maturità e gaokao: due realtà a confronto
In Italia l’uso dell’IA – come quello dei cellulari – è vietato durante l’esame, ma le intelligenze artificiali non sono bloccate o sospese. In Cina invece si, qualsiasi funzione dell’intelligenza artificiale è disattivata a livello nazionale durante i giorni d’esame.
La sorveglianza sull’utilizzo dell’IA in Italia è affidata agli insegnanti e alle commissioni esaminatrici. In Cina, invece, è attuata grazie ad un sistema di tecnologia avanzata che consente la vigilanza continua durante gli esami.
Chi bara utilizzando l’IA in Italia è espulso dall’esame di maturità, ma non commette alcun reato. In Cina dal 2015 barare agli esami è un reato: si rischiano multe salatissime, l’impossibilità di iscriversi all’università e, nei casi più gravi, la prigione.
Nel nostro Paese prevale una filosofia basata sulla fiducia reciproca tra studente e docente, e su un forte senso di responsabilità individuale. Lo studente consapevole del proprio percorso scolastico deve scegliere di non abusare degli strumenti di IA. Non esiste un sistema di controllo totale e stringente per garantire l’equità assoluta tra studenti: ciascuno è responsabile delle proprie scelte e del proprio percorso di apprendimento.
IA: risorsa o minaccia?
Nel mondo dell’istruzione, l’IA è oggi una delle sfide più complesse. Da una parte può rendere lo studio personalizzato, coinvolgente e accessibile anche a chi ha difficoltà. Dall’altra, se non regolata, può creare disuguaglianze, favorire la dipendenza da risposte automatiche e ridurre lo sforzo individuale fino a spegnere la creatività personale dello studente. Tutto ciò senza voler parlare della quantità di allucinazioni (cioè di errori) contenute nelle risposte che i Chatbot forniscono.
La Cina ha dimostrato che bloccare temporaneamente l’accesso all’IA durante le prove ufficiali è possibile. Tuttavia, questo intervento richiede una forte centralizzazione e una tecnologia di controllo molto estesa, difficile da replicare in Paesi come l’Italia.
E in Italia cosa si dovrebbe fare?
In Italia, l’uso dell’IA a scuola non è ancora regolamentato in modo uniforme. Le scuole si muovono in modo diverso: c’è chi la vieta, chi la ignora e chi la integra nella didattica. Ma la maturità è un momento cruciale. È un esame che dovrebbe garantire pari opportunità a tutti gli studenti e valorizzare il merito che però, potrebbe essere alterato dall’utilizzo delle IA.
E tu, saresti d’accordo se anche in Italia, durante l’esame di maturità, venissero disattivate le funzioni dell’IA per evitare che qualcuno possa imbrogliare? O pensi che sarebbe una misura troppo drastica?