Il paradigma della flessibilità nell’abitare contemporaneo – 1000
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Esaurito
Se nel Razionalismo ortodosso il rapporto forma/funzione si definisce univocamente nell’idea della “macchina per abitare”, lo scenario progettuale si sposta a partire dagli anni ’60 e ’70 del Novecento a considerare un diverso punto di vista: l’idea di uno spazio compatto, trasformabile e ambiguo, che vede nei temi dell’abitacolo, delle pareti attrezzate e dei mobili multiuso inedite soluzioni.
Questa tipo di ricerca ha avuto un fine liberatorio, poiché attraverso lo studio di configurazioni flessibili, leggere, espanse verso l’alto – poi sempre più smaterializzate in quanto integrate con attrezzature di telecomunicazione – si sono potute esplorare aspirazioni anticonvenzionali per l’abitare dell’uomo nella seconda Modernità.
Su questa scia il saggio richiama episodi storici inerenti alla cultura italiana del design e incrocia alcuni temi della sensibilità del progetto giapponese.
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Francesca La Rocca, architetto, è professore presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, dove insegna “Metodi e critica del design contemporaneo” e “Cultura dell’immagine”. I suoi principali interessi di ricerca riguardano la cultura del progetto di design e architettura in relazione ai temi della sostenibilità, dell’innovazione tecnologica, della dimensione estetica.
Tra le pubblicazioni: “Il tempo opaco degli oggetti. Forme evolutive del design contemporaneo” (FrancoAngeli 2017) (selezione ADI Index 2007 per il 22° Compasso d’Oro); “Design e delitto. Critica e metamorfosi dell’oggetto contemporaneo” (FrancoAngeli 2017). Fa parte delle seguenti società scientifiche: Società Italiana di Design, Società Italiana di Estetica and Associazione Italiana Storici del Design.







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