Si discute se la progressiva diffusione di Internet non provocherà, più o meno a breve termine, la morte o l’estinzione del libro. Comunque si risponda, se è vero, com’è vero, che Internet globalizzato (o globalizzata?) non potrà sostituire mai la letteraria individualità del libro, ed anzi si discosterà sempre più dalla sua umana presenza, senza quindi estinguerla, è anche vero che il libro può assumere tutte quelle forme e proprietà selettive, in sé e tra il testo ed il lettore, che Internet globalizzato non potrà mai attribuirsi. Le potenzialità accumulative stanno ad Internet come le potenzialità selettive stanno al libro.
Le centinaia di libri, ordinati su metri di scaffali che occupano l’abitazione di uno studioso professionale, o anche solo di una persona o di una famiglia colta, non raramente provocano l’ingenuo interrogativo: “Ma li avete letti tutti questi libri?”. Al che si può rispondere che se, per esempio, una vettura è costituita da decine di parti, centinaia di pezzi e di elementi principali e secondari, tutti funzionali alla vettura completa come macchina, moltissimi saranno gli attrezzi del meccanico, gli strumenti dell’aggiustatore, i quali useranno attrezzi e strumenti non tutti in una sola volta, ma ora l’uno ora l’altro, facendo scelte funzionali con il tutto e più o meno interattive con le parti.
Anche i rapporti tra ogni singolo testo ed il lettore, fruitore, utente ed i relativi bisogni di informazione e di formazione sono legati all’interazione. In altre parole, chi ha una certa quantità e qualità di libri, quando non sia solo un bibliofilo o un bibliomane, ma uno studioso, o anche solo un utente del libro, a scopi vuoi informativi vuoi formativi, usa i suoi libri, né tutti simultaneamente, né uno solo singolarmente, ma sceglie ogni testo e per ogni occasione interattivamente, sì che, alla fine di una vita, uno può anche dire di aver letto volta per volta migliaia e migliaia di libri. Questo risultato selettivo non è lo stesso risultato che quello cumulativo nella testa degli scorridori delle praterie internettiane.
All’interazione tra i libri può seguire, in più o meno larga misura, una interazione sia nei testi sia nella loro composizione, le quali potrebbero essere perseguite come un programma di scrittura e di nuova editorialità. Rimando il lettore ad alcune mie precoci elucubrazioni circa la nozione di “editorialità” e la sua evoluzione, da una editorialità della parola scritta, la cui storia risale certamente alla rivoluzione, a suo tempo avvenuta, della parola stampata, ad una editorialità dell’immagine, come aspetto conseguente: il passaggio dai media tradizionali ai media personalizzati, sul piano della esposizione simbolica. (Mi riferisco a Nuove tecnologie: sociologia e informazione quotidiana, F. Angeli, Milano, 1982, a cura di F. Barbano, p. 112, nota 115). La Collana “Windows Sociologia” intende perseguire un programma relativamente nuovo di testi scientifici secondo, appunto, una editorialità innovativa.
L’efficacia, la bontà e la diffusione, sia di mercato sia di pubblico, di un libro, dipendono massimamente dal grado di interattività contenuta nel testo e tra il testo ed il lettore. Si va da un grado di interattività compatibile con bisogni di ricezione informativa del lettore (avere nozioni, informazioni, orientamenti pratici, oppure scoprire personaggi, ambienti, trame, storie ecc.) ad un grado di interattività compatibile con un bisogno di ricezione formativa, cioè di lettura non solo lineare (dal principio alla fine, tipicamente nei testi sistematici e nella narrativa) cioè in modo sequenziale, ma soprattutto selettivamente, cioè componendo, scomponendo e ricomponendo selettivamente, più e più volte a seconda del bisogno, il testo, con ampie possibilità di scelta. È a questo grado di interattività selettiva che abbiamo non solo testi ma ipertesti, come intendono essere quelli della Collana “Windows Sociologia”.
T.H. Nelson, inventore, a quanto mi risulta, della parola “ipertesto” così lo definisce:
“Con ipertesto intendo scrittura non sequenziale, testo che si dirama e consente al lettore di scegliere; qualcosa che si fruisce al meglio davanti a uno schermo interattivo. […] un insieme di brani di testo tra cui sono definiti legami che consentono al lettore differenti cammini” (T.H. Nelson, Literary Machines 90.1, Muzio, Padova, 1992, ed. or. 1981; citato in G.P. Landow, L’ipertesto.
Tecnologie digitali e critica letteraria, a cura di P. Ferri, Bruno Mondadori, Milano, 1998, p. 8, nota 18). Con la parola ipertesto si può anche intendere: “[…] una serie di blocchi testuali o lessìe (unità di lettura) e una serie di collegamenti o rimandi (links) istituiti tra tali blocchi, tra porzioni di tali blocchi o all’interno di un singolo blocco” (F. Ciotti, G. Roncaglia, Il mondo digitale. Introduzione ai nuovi media, Laterza, Roma-Bari, 1999).
Così, ogni testo di “Windows Sociologia” è composto selettivamente di moduli espositivi, tali da formare un vero e proprio ipertesto che risponde al bisogno del lettore, o dello studente, di leggere il libro in maniera non solo sequenziale, e di usarne in maniera del tutto libera. In altre parole, i testi di “Windows Sociologia”, in quanto la loro composizione e struttura non si esauriscono nella esposizione lineare, ma si servono di più moduli espositivi, di “finestre” appunto, favoriscono anche l’Autore, sia nel comporre e ricomporre insieme i materiali e le fonti che, abitualmente, ciascuno di noi appresta per una buona lezione accademica, sia nell’animare la scrittura con figure e schemi, tavole comparative, cronologiche, sinottiche, immagini e mappe di contenuti; cioè nell’esercitare una fantasia multirappresentativa del testo, propizia, non da ultimo, a variazioni sui temi di interrogazione e verifica informativa e formativa.
Una collana di testi come quelli di “Windows Sociologia” va alla ricerca di un adeguamento realistico e ben articolato della editorialità universitaria ai caratteri fondamentali della recente riforma universitaria, con il sistema cosiddetto 3+2 e relative conseguenze di diffusione pubblica e di mercato dei testi, e la loro produzione circa le classi, le attività formative, il sistema dei crediti, i prerequisiti conoscitivi e i debiti formativi.
A conclusione di questa breve presentazione della Collana “Windows Sociologia” vorrei dire che, per l’orientamento critico e formativo che si vuol imprimere alla Collana nel suo insieme, e che si intende esprimere in ognuno dei suoi testi nella loro individualità singola, ogni Autore è invitato a dare, tra i blocchi espositivi analitici, un particolare rilievo ai collegamenti o rimandi (links) di significato dinamico e/o storicizzato: e di fare ciò, introducendo in ognuno dei blocchi espositivi analitici, e fra di essi, la considerazione di uno o più processi storico-sociali e culturali, così da integrare i cosiddetti fondamentali della conoscenza sociologica, nuova e tradizionale, con le loro masse critiche.
EL/WS4
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