Con un decreto legge, due decreti legislativi e una legge il governo -fra il 2008 e il 2009 Ñ ha confezionato il «pacchetto sicurezza» soprattutto al fine di rafforzare le misure di contrasto all’immigrazione clandestina.
Il tema, riportato dai media ora con toni dell’allarme sociale, ora della spinta umanitaria ed emozionale, mostra tutta l’insicurezza del nostro sistema sociale e politico nell’affrontare un problema che per numeri e tradizioni non riesce a trovarci preparati ad un percorso di integrazione che non tenga conto del sì, ma consideri come punto di riferimento delle norme l’altro, lo straniero, colui che proviene da un paese diverso dal nostro.
Il pacchetto sicurezza propone modifiche in più campi del diritto ma molte sono le disposizioni che intervengono in materia di immigrazione, oche in ogni caso interessano per lo più cittadini migranti.
Con il D.L. 23 maggio 2008, n. 92 il governo ha varato norme per contrastare l’immigrazione clandestina: espulsioni più facili e confisca degli appartamenti affittati agli irregolari. Le norme sono volte ad ampliare i reati per i quali sia prevista l’espulsione, espulsione prevista inoltre per quanti abbiano subito condanne definitive quantificate in due anni di reclusione. Viene anche, ridisciplinata la competenza del sindaco in materia di sicurezza urbana. é introdotta l’aggravante specifica qualora il reato sia compiuto da un soggetto privo di permesso di soggiorno.
Nei due decreti legislativi (159 e 160) del 2008 sono state stabilite alcune condizioni limitative all’esercizio del diritto al ricongiungimento e l’introduzione di norme più restrittive in materia di richiesta di asilo politico.
Con la L. 15 luglio 2009, n. 94 vengono disciplinati con più rigore l’acquisto della cittadinanza e il matrimonio con il cittadino italiano; è stato introdotto il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato;l’iscrizione anagrafica è subordinata alla verifica delle condizioni igienico-sanitarie e di idoneità abitativa dell’immobile di residenza; viene regolamentata l’attività di money transfer per la quale si dovrà verificare il possesso del permesso di soggiorno da parte dei clienti del servizio.
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