Introduzione
Caro lettore, il tempo trascorre e l’umanità vive, spesso distrattamente, cambiamenti e innovazioni, benessere e, a volte, vere e proprie rivoluzioni: è il progresso!
Computer, fax, aeroplani, internet sono innovazioni che permettono di lavorare meglio e di più, di coprire distanze molto lunghe, di effettuare operazioni anche complesse con velocità e precisione fino a pochi decenni fa nemmeno immaginabili.
Non tutti gli esseri umani, però, godono pienamente dei benefici che ciò comporta, poiché molti hanno, rispetto ad altri, il “vantaggio” di avere sempre a disposizione tutte le proprie forze, di essere sempre pronti a ogni evento e di portare sempre se stessi, per dirla con Rousseau, con sé.
Un vantaggio che distacca drammaticamente da coloro che non possono far da sé, sia per colpa di una società dove la cultura del “diverso” è ancora molto mediocre (solo dal 20 maggio 2016, ad esempio, si parla, grazie alla Legge n. 76, di unioni civili riservate a coppie di persone dello stesso sesso), sia per la latitanza del Legislatore che, oggi, è ancora troppo evidente, soprattutto nel far applicare le sue stesse disposizioni.
Questo saggio, ovviamente, non vuole e non può essere un manuale o addirittura un volume di qualche enciclopedia giuridica: non ha la presunzione di insegnarti nulla.
Esso, infatti, vuole solo tentare di offrirti, se sei un “addetto ai lavori”, qualche spunto di riflessione e, se invece non sei un “addetto ai lavori”, oltre a qualche spunto di riflessione, anche qualche nozione tecnica di e su quelli che, in definitiva, sono le persone con disabilità; infatti, troppi ne parlano, ma pochissimi ne danno pubblicamente, soprattutto attraverso i media, una definizione vera, che tenga conto, cioè, anche degli svariati aspetti storici, psicologici, sociologici, medici e soprattutto giuridici, riducendo tali soggetti quasi esclusivamente ad uno degli elementi di un articolo o di un servizio di cronaca giudiziaria, spesso più finalizzato a fare “spettacolo” che veramente ad informare.
Inoltre, il presente testo vuole anche tentare di segnalare spunti giurisprudenziali e/o dottrinali che, senza avere la presunzione di rappresentare necessariamente il “nuovo assoluto”, attraverso punti degli stessi ritenuti salienti dallo scrivente, in realtà potrebbero, da un lato, diventare un modo nuovo di interpretare la materia in parola, dall’altro, essere una conferma ed in qualche modo la “ratifica” di quanto già affermato da altri.
Per questo motivo, ringraziandoti per aver scelto di leggere quanto è contenuto nel presente scritto, ti si chiede di andare fino in fondo e di “sorseggiarlo” comodamente come una calda tazza di tè, perché solo se lo gusti in questo modo, potrai anche valutarne il “retrogusto”.
Buona lettura.
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