La Convenzione Europea dei Diritti Umani, la giurisprudenza della Corte di Strasburgo, la c.d. legge Pinto e l’evoluzione della giurisprudenza interna hanno posto le basi per l’affermarsi della salvaguardia di numerosi diritti e libertà, spesso già individuati dalla Costituzione italiana, ma in questo modo resi maggiormente tutelabili, anche con mezzi di ricorso extra nazionali. Con questo lavoro si è voluto analizzare in modo particolare il tema della irragionevole durata dei processi e delle forme di tutela azionabili, in maniera completa, non semplicistica ma facilitata, cercando di rendere il testo fruibile agli operatori del diritto che potranno utilizzare le nozioni, il formulario e le norme di rilevante interesse allegate, così da apportare una significativa estensione delle possibili risposte consulenziali verso i propri assistiti. Il professionista aggiornato, infatti, non può fare a meno di acquisire le tematiche qui avanti trattate, ‘bagaglio’ essenziale per la propria attività di lavoro. Il presente testo, riveduto ed ampliato, trova la sua origine da un lavoro già precedentemente pubblicato e che ha avuto un notevole successo.
Per quanto riguarda l’esposizione dei contenuti, lo studio delle diverse problematiche, spesso di per sé complesse ed ancora non giuridicamente sedimentate, è stato organizzato sulla base della formulazione di un quesito, diretto a determinare i termini del problema, e sull’elaborazione finale di una conclusione che ne determina la sintetica risposta. Tra la domanda e la sua sintetica risposta si è voluto procedere ad una disamina minuziosa del quesito proposto, anche con note critiche originali, presupposto indispensabile per poter creare una conoscenza completa delle innumerevoli sub-questioni sottese al quesito principale.
Il testo, per l’impostazione e per la modalità espositiva, semplifica e razionalizza le conoscenze della materia affrontata, tanto da risultare nel contempo un agile ed utile strumento d’indagine e di analisi sia per quanti si accostino per la prima volta all’interessante argomento trattato, sia per tutti i professionisti del settore.
Nel primo capitolo si sono volute esaminare le fonti dell’equa riparazione, dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani alla cosiddetta legge ‘Pinto’. Si è primariamente esaminata la Convenzione Europea (CEDU), nella sua forza propulsiva ed innovativa, insieme ai Protocolli Addizionali che ne fanno parte e completamento essenziale. La Convenzione determina interessanti tutele per nuovi e ‘antichi’ diritti e libertà, sia sostanziali che procedurali. Fondamentale, per l’operatore del diritto, è poi capire le sue implicazioni e i suoi riflessi rispetto all’ordinamento italiano. A tale proposito, si è poi fatto riferimento alla normativa italiana d’interesse in materia, con l’analisi della legge ‘Pinto’ e delle sue connessioni con la Convenzione Europea, con la giurisprudenza della Corte di Strasburgo e con la giurisprudenza interna (in specie, Corte Costituzionale, Corte di Cassazione e Corti d’Appello).
Nel secondo capitolo si è affrontato il tema fulcro del presente lavoro: il processo per l’equo indennizzo, analizzando, in maniera integrale e dettagliata le modalità, oltre che le finalità, per redigere un ricorso ex lege ‘Pinto’ presso la Corte d’Appello competente e per incardinare un procedimento presso la Corte dei Diritti Umani a Strasburgo (competenza, proposizione del ricorso, fase esecutiva, etc.). Nel redigere questo capitolo si sono utilizzati anche pratici e fondamentali strumenti di riferimento, quali il Regolamento di procedura della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nella sua versione aggiornata e le relative ‘istruzioni pratiche alle parti’. Tali interessanti documenti sono stati anche inseriti tra gli utili allegati finali a completamento del volume. Sempre in questo capitolo vengono minuziosamente esaminate, inoltre, le prassi procedurali, sia rispetto al ricorso interno ex lege Pinto, sia rispetto all’esame della causa nel merito avanti alla Corte di Strasburgo. Si è poi posta l’attenzione sulla natura giuridica e sulla relativa fase esecutiva delle sentenze della Corte Europea, mettendo in risalto anche la modifica dell’art. 111 della Costituzione italiana, che ha recepito i principi insiti nell’idea di ‘giusto processo’.
Nel terzo capitolo si affronta, in maniera critica e con spunti originali, l’argomento, ancora fortemente dibattuto, del danno da irragionevole durata: le diverse tipologie di danno e i criteri per la loro quantificazione, nonché altre questioni connesse, come, ad esempio l’onus probandi e la legittimazione ad agire degli eredi. Il tutto analizzato utilizzando le più recenti statuizioni giurisprudenziali, sia interne, sia della Corte di Strasburgo, con una ottica temporale che metta in evidenza l’evoluzione giurisprudenziale intercorsa rispetto all’argomento trattato.
Nel quarto capitolo, si analizzano alcuni riflessi pratici della Convenzione Europea dei Diritti Umani in alcune rilevanti procedure civili, amministrative e penali italiane. Risulta, infatti, di forte interesse per il professionista conoscere la procedura fallimentare, la normativa di riferimento in Italia per le espropriazioni di pubblica utilità e alcune questioni di interesse processuale penale, in quanto la CEDU ha previsto determinate tutele che possono essere fatte valere in questi diversi ambiti. Il capitolo si conclude con uno sguardo prospettico, analitico e critico rispetto alle recenti novità in campo legislativo in Italia.
SD6
“
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.