Il procedimento per decreto ingiuntivo rappresenta, come noto, lo strumento più duttile per la definizione rapida ed efficace delle controversie di più semplice decisione.
In tempi come gli attuali, in cui le croniche lentezze del processo civile, cui si è cercato, non sembra con fortuna, di ovviare con le numerose riforme del codice di rito poste in essere negli ultimi anni, non consentono di raggiungere la definizione dei procedimenti in tempi rapidi, l’utilizzo del detto procedimento appare soggetto ad una sempre maggiore espansione.
Il frequente ricorso alla procedura in esame trova, infatti, giustificazione nell’innegabile snellezza che la caratterizza e lo stesso legislatore, in recenti interventi di modifica, — si pensi all’ampliamento dei casi di concedibilità della provvisoria esecutività sia nella fase inaudita altera parte che in quella di opposizione, con l’espressa previsione dell’istanza di esecutività in relazione all’importo non contestato — ha dato ulteriore impulso all’attivazione di tale strumento processuale.
Alla moltiplicazione dei procedimenti monitori fa poi da contraltare la proliferazione dei giudizi di opposizione, con i quali si cerca di paralizzare, ancorché, in molti casi, solo temporaneamente, le pretese del ricorrente. L’esperienza maturata nelle aule di giustizia consente di poter affermare, senza ombra di dubbio, che la gran parte dei procedimenti contenziosi in ambito contrattuale trae la propria origine dall’opposizione avanzata ex artt. 645 e seguenti c.p.c.
Di qui l’esigenza di tornare sul testo, redatto alcuni anni orsono, con il quale si era sottoposta a particolare indagine la sola fase della opposizione al decreto, rinnovando lo stesso, tenuto conto delle copiose evoluzioni normative e giurisprudenziali e sottoponendo, altresì, ad approfondita analisi anche la fase monitoria del procedimento.
Sono state particolarmente approfondite tematiche quali la concessione della provvisoria esecutorietà, ovvero la sospensione della medesima in ipotesi di decreto già esecutivo ed i conseguenti riflessi di tali decisioni sulla procedura esecutiva, così come pure è stato dato rilievo a problematiche attinenti alle varie modalità di evocazione di terzi in giudizio ed agli incidenti che possono verificarsi nel corso del procedimento. Il tutto, ovviamente, non trascurando le più recenti modifiche normative e giurisprudenziali intervenute sul tema, fra le quali si segnalano, la soppressione dell’ultimo comma dell’art. 645 c.p.c., intervenuta a seguito dell’overruling delle Sezioni Unite, di cui alla sentenza n. 19246/2010; la L. 27/2012, che ha abrogato le tariffe professionali vigenti; il D.M. 140/2012, che ha introdotto i nuovi parametri per la liquidazione dei compensi professionali; l’eliminazione dell’istituto della media conciliazione, a seguito di declaratoria di incostituzionalità di cui alla sent. 272/2012 della Corte Costituzionale; la L. 247/2012 (in vigore dal 2-2-2013), che ha introdotto una nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense.
Al testo è allegata un’ampia casistica su specifiche questioni meritevoli di ulteriore approfondimento e di particolare attualità, al fine di proporre all’operatore pratico le possibili situazioni nelle quali è destinato ad imbattersi, consentendogli di ritrovare nel precedente giurisprudenziale certezze o spunti interpretativi, al fine di accompagnarlo alla soluzione più idonea in riferimento alla questione concretamente posta al suo vaglio.
La trattazione è, infine, completata da un formulario, da una rassegna delle decisioni giurisprudenziali maggiormente rappresentative sul tema e dalla modulistica relativa al decreto ingiuntivo europeo.
La trattazione è, infine, completata da un formulario, da una rassegna delle decisioni giurisprudenziali maggiormente rappresentative sul tema e dalla modulistica relativa al decreto ingiuntivo europeo.
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