La riforma Brunetta, di rango e di dimensione epocali, si è abbattuta come un ciclone sul pubblico impiego privatizzato, stravolgendo assetti che sembravano ormai consolidati.
Già all’indomani dell’entrata in vigore della L. 4 marzo 2009, n. 15, che ha dettato i neo coniati principi generali della materia, si è iniziato a comprendere, anche per il tramite della vasta eco che tutto ciò ha avuto sui giornali e nelle televisioni, pubbliche e private, che la volontà dettata dall’esecutivo sarebbe stata subito attuata dal potere legislativo.
Il Ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione, infatti, ha celermente fatto predisporre un bozza di decreto, presentata alla camere parlamentari nel mese di maggio del 2009, e, con D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150, è stata varata la riforma dell’impiego pubblico privatizzato, la quale ha fatto sorgere numerosi interrogativi negli uffici pubblici, tant’è che sono intervenute, subito prima e subito dopo, diverse circolari ministeriali, che hanno provveduto a chiarire le regole operative applicabili nel prossimo futuro.
Il percorso riformista si esaurirà, verosimilmente, nel triennio a venire, ma, considerata l’ampia mole delle questioni e delle problematiche che l’implementazione della riforma certamente comporterà, sia a livello organizzativo che sulla sponda propriamente contenziosa, esso si presta ex se, soprattutto in talune vesti, a essere etichettato quale nuova modulazione dei rapporti di lavoro dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
Come ogni riforma, anche la riforma Brunetta presenta punti a favore e punti contro, come si avrà modo di compiutamente evidenziare nell’esposizione.
I punti fondamentali della nuova impostazione del lavoro pubblico privatizzato si condensano nella valutazione periodica dei dipendenti e dei dirigenti, le cui quotidiane performances lavorative verranno attentamente esaminate e riscontrate da appositi organismi indipendenti, che, perciò, provvederanno a stabilire chi sia produttivo e chi, invece, non lo sia, il che comporterà sicure ripercussioni in termini di attribuzione di meriti e di demeriti, perché i dipendenti inefficienti perderanno parte della retribuzione accessoria, mentre i dirigenti non in linea con i parametri imposti dalla legge non potranno incamerare per intero l’indennità di risultato.
Altre novità sono state apportate al procedimento disciplinare, alla responsabilità dei pubblici dipendenti, alla contrattazione collettiva, alla dirigenza, alle malattie e ai permessi, ed è stata introdotta l’azione di responsabilità collettiva contro la P.A. (cd. class action).
Il volume si dipana in maniera organica, esaminando la vecchia disciplina e confrontandola con quella nuova e con le leggi collegate, tutte debitamente analizzate, senza tralasciare di soffermarsi sugli istituti tipici del lavoro pubblico (principi generali, codici di comportamento, mobilità, flessibilità, telelavoro, risorse, produttività, sanzioni disciplinari, mansioni superiori e inferiori, accesso all’impiego, rapporto di lavoro, estinzione del rapporto, vicedirigenza, Ccnl, fattispecie risarcitorie – in ogni sede, sostanziale e processuale –, procedimento negoziale di contrattazione collettiva, nazionale e decentrata, sistema delle relazioni sindacali, disabilità, rapporti particolari di pubblico impiego, controlli, azioni attivabili), curando l’aggiornamento normativo e giurisprudenziale e inserendo alcune fattispecie (il procedimento amministrativo, il diritto di accesso agli atti e ai documenti amministrativi, il silenzio amministrativo, il sistema dei ricorsi amministrativi e giurisdizionali, innanzi al g.a. e al g.o. in funzione di giudice del lavoro, i reati commissibili dai pubblici dipendenti) in maniera innovativa, dati gli intimi collegamenti sussistenti con gli argomenti trattati.
Completano l’opera un’articolata rivisitazione delle tematiche contenziose più attuali e interessanti, nonché un’appendice normativa, riportante gli ultimi provvedimenti legislativi varati.
Completano l’opera un’articolata rivisitazione delle tematiche contenziose più attuali e interessanti, nonché un’appendice normativa, riportante gli ultimi provvedimenti legislativi varati.
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