Il D.L. 14-3-2005, n. 35, conv. in L. 14-5-2005, n. 80, recante il piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale, ha apportato, tra le altre, numerose modifiche al processo civile, finalizzate ad una sua razionalizzazione e velocizzazione. Nonostante l’inusuale tipologia d’intervento, si è trattato di una vera e propria riforma del codice di procedura civile, anche grazie a successivi provvedimenti correttivi e di completamento. La citata legge di conversione conteneva, inoltre, due deleghe legislative per riformare le procedure concorsuali, il procedimento in cassazione e l’arbitrato; deleghe che sono state attuate con D.Lgs. 9-1-2006, n. 5 Riforma delle procedure concorsuali e D.Lgs. 2-2-2006, n. 40, recante norme in materia di processo di cassazione in funzione nomofilattica e di arbitrato.
In un primo momento, le modifiche al codice dovevano entrare in vigore il 15-9-2005, tale data è stata differita, dapprima al 15-11-2005 (D.L. 30-6-2005, n. 115); poi, all’1/1/2006 (dalla legge di conversione del citato decreto, L. 17-8-2005, n. 168); infine, all’1-3-2006 (D.L. 30-12-2005, n. 271, conv. in L. 23-2-2006, n. 51), fatte salve alcune disposizioni che sono divenute operative da subito.
In questo già complicato iter normativo, si sono inserite: la L. 28-12-2005, n. 263, recante interventi correttivi al D.L. 35/2005 cit. nonché ulteriori modifiche al codice di procedura civile, soprattutto in tema di esecuzione e la L. 24-2-2006, n. 52, recante la riforma delle esecuzioni mobiliari.
I mutamenti intervenuti sul rito civile evidenziano la chiara volontà legislativa di tendere ad uno snellimento delle attività processuali per una più rapida definizione dei processi.
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