All’Europa del futuro (di un futuro che tuttavia è già iniziato) s’impone l’attuazione di una precisa strategia per il perseguimento di un fondamentale obiettivo: quello di avvicinare alle istituzioni dell’Unione il grande pubblico, ossia i cittadini d’Europa, e stabilire con questi un dialogo vero, semplice e trasparente circa i compiti, la struttura e le realizzazioni comunitarie.
L’esigenza di dar vita ad una nuova strategia nasce dalla consapevolezza della scarsa informazione dei cittadini (soprattutto quelli più giovani) circa i meccanismi che reggono l’Unione europea e i suoi obiettivi.
Da ciò derivano gli sforzi (che saranno descritti nella presente ricerca) delle istituzioni e degli organi comunitari di stabilire le basi per una cooperazione nel campo dell’informazione e della comunicazione , al fine di migliorare il dibattito pubblico europeo e coinvolgere nel processo decisionale europeo i cittadini, anche attraverso l’ascolto più attento dei problemi di questi ultimi.
Le esigenze di trasparenza, avvertite più volte dalla Commissione europea, richiederanno lo sviluppo di una nuova cultura che, anche attraverso un sapiente utilizzo delle tecnologie informatiche, promuova l’immagine di un’Unione quale garante della libertà, prosperità e sicurezza dei cittadini.
Questo lavoro analizza innanzitutto alcuni fondamentali documenti prodotti dalle istituzioni e dagli organi dell’Unione europea in materia di informazione e comunicazione: si tratta di tre successive comunicazioni (la 354 del 2001, la 350 del 2002 e la 196 del 2004 ) elaborate dalla Commissione europea per reagire alla ‘crisi d’immagine’.
Fa seguito una breve trattazione dell’importante principio giuridico della trasparenza e delle sue applicazioni e implicazioni (ad esempio, la tutela dei dati personali) in ambito comunitario. È infatti comune opinione che la comunicazione tra gli Stati e tra cittadini degli Stati membri possa avvenire solo in un contesto globale e semplice, in cui l’integrità e la trasparenza delle istituzioni siano salvaguardate.
Il capitolo terzo esamina il Piano d’Azione, fondamentale strumento creato dalla Commissione europea per rafforzare il dialogo tra e con i cittadini dell’Unione. Questo piano si fonda su tre strategie: l’ascolto, la comunicazione e il collegamento , dettagliatamente analizzate dalla presente ricerca.
Ampio spazio è inoltre dedicato all’analisi del sito ‘Europa’ , il principale portale web attraverso cui l’Unione europea comunica ai cittadini degli Stati membri tutte le notizie riguardanti le politiche e la legislazione delle Comunità europee: la facilità con cui si possono formulare domande ad Europa e da questo ottenere risposta rendono il sito in questione uno strumento fondamentale della politica di trasparenza e di comunicazione delle informazioni.
On line è possibile utilizzare anche i servizi offerti dall’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, una sorta di Editore telematico, responsabile della produzione e della distribuzione (su qualunque supporto) delle pubblicazioni comunitarie.
L’ultima parte di questo lavoro affronta l’argomento del multilinguismo . Affinché le persone possano partecipare attivamente alla vita comunitaria, è necessario che le istituzioni adottino una comunicazione che si esprima attraverso il maggior numero di lingue. Il problema non è di facile soluzione, dal momento che le lingue non sono semplici strumenti per trasmettere informazioni, ma l’espressione di tratti culturali e politici di interi popoli. Quindi, l’Europa potrà dirsi un’istituzione veramente multilingue (quindi trasparente e democratica) non quando si limiterà a garantire un’astratta uguaglianza fra le lingue ufficiali, bensì quando riuscirà a realizzare l’uguaglianza tra coloro che usano quelle lingue.
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