«Medicina» e «diritto» rappresentano due discipline completamente differenti dello scibile umano.
Esse, tuttavia, trovano un momento simbiotico nella «medicina legale», che si disciplina per la connessione di numerosi aspetti applicativi della medicina nei più svariati settori della vita sociale e dell’esistenza umana.
Tali aspetti riguardano l’aspetto peritale, le norme penali e civili (sia formali che sostanziali), quelle relative al diritto delle assicurazioni e della previdenza.
La medicina legale, che ha ormai raggiunto piena autonomia concettuale e didattica, spazia in interessanti settori della scienza e del diritto caratterizzati da una continua evoluzione: dall’etica e deontologia professionale alla traumatologia forense (quest’ultima affonda le sue radici in importanti scuole anglo-sassoni), dall’asfissia forense alla sessuologia forense (che si rifà a numerose discipline ancillari come la psicologia, la sociologia, la criminologia ecc. e che spazia dalla capacità al matrimonio alla sessualità patologica, ai reati sessuali all’inseminazione artificiale alla contraccezione e sterilizzazione).
Da non trascurare, inoltre, sono gli aspetti relativi alla psicopatologia forense, alla criminologia e difesa sociale, nonché allo studio della ematologia forense (che interessa numerose applicazioni medico legali come lo studio del DNA) e alla seminologia (indispensabile, per esempio, per la prova della ricerca della paternità).
La medicina legale, dunque, ogni giorno è chiamata ad affrontare i problemi più disparati a dare una risposta sia agli aspetti teorici che a quelli pratici: ne deriva un quadro generale molto ampio e complesso che presuppone uno stretto rapporto interdisciplinare tra servizio medico-legale e istituzioni giuridiche, entrambe chiamate all’unisono, attraverso referti, rapporti denunce e certificazioni, a porsi al servizio dello Stato, delle istituzioni e dei cittadini.
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