Prima la legge n. 62 del 18 aprile 2005 (cd. legge comunitaria 2004), che ha recepito la direttiva 2003/6/CE in tema di market abuse , poi la legge n. 262 del 28 dicembre 2005, in tema di tutela del risparmio, hanno determinato modifiche profonde nei compiti e nelle responsabilità della Consob. Le due leggi, peraltro, si inseriscono in un più ampio processo di evoluzione normativa che vede la legislazione europea svolgere un ruolo sempre più incisivo anche nell’indirizzare le norme di attuazione a livello regolamentare. In tale contesto europeo si colloca l’entrata in vigore, il primo luglio 2005, della direttiva n. 2003/71/CE, in tema di prospetti di offerta e/o ammissione alle negoziazioni di strumenti finanziari, e del regolamento di attuazione n. 809/2004/CE.
La disciplina sugli abusi di mercato ha dotato la Consob di poteri di indagine più specifici e incisivi rispetto a quelli disciplinati dal previgente D.Lgs. n. 58/1998 e ha affiancato alle sanzioni penali per le fattispecie di insider trading e manipolazione dei mercati misure di natura amministrativa, che possono essere comminate direttamente dalla Consob.
La riforma del risparmio, a sua volta, incide anche sull’assetto istituzionale e sulle ripartizione delle funzioni tra le Autorità di vigilanza e potenzia notevolmente il ruolo della Consob quale autorità chiamata a svolgere compiti sempre più ampi di regolamentazione, di vigilanza e sanzionatori su molteplici aspetti della vita degli emittenti, dell’attività degli intermediari e del funzionamento dei mercati.
Il profondo riassetto dei mercati finanziari e delle funzioni della principale autorità di controllo degli stessi introdotto da tali interventi ha avuto, ovviamente, anche ripercussioni sull’organizzazione della Consob, che ha potuto beneficiare in tale occasione di un rilevante potenziamento del suo personale, incrementato di oltre 150 unità.
Il testo proposto mira ad illustrare, in maniera sistematica e chiara, l’ordinamento interno della Consob, con particolare riferimento alla struttura e al funzionamento dei suoi organi ed uffici e alla disciplina del rapporto di lavoro, le regole e i principi che presiedono alla sua attività amministrativa, i compiti istituzionali che essa svolge. L’analisi è stata svolta evidenziando, altresì, le peculiarità soggettive e funzionali proprie di un’autorità di vigilanza che può a pieno titolo essere inquadrata nel novero delle autorità amministrative indipendenti.
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