Leggi&Diritto

Gioco d’azzardo patologico e ludopatia: arriva il decreto in Gazzetta ufficiale

gioco-azzardo-2021

Gioco d’azzardo e ludopatia: arriva il decreto in Gazzetta ufficiale. È stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 5 ottobre 2021 il Decreto del ministero della salute 16 luglio 2021, n. 136 sulle linee di azione per la prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette dal gioco d’azzardo patologico (GAP).

Il decreto interviene sul fenomeno grave e diffuso della dipendenza dal gioco (cd. ludopatia), fenomeno agevolato dall’aumento dell’offerta dei giochi d’azzardo, e dalla facilità di accesso sia sul territorio, con una diffusione capillare dei punti dove è possibile giocare, sia con l’incremento delle modalità di accesso, attraverso tecnologie quali ad esempio cellulare, smartphone, tablet e computer. Il gioco d’azzardo online è un fenomeno che riguarda soprattutto la popolazione giovanile.

Il decreto sul gioco d’azzardo: ecco cosa contiene

I giochi d’azzardo sono tutti i giochi con vincite in denaro la cui gestione è riservata dalla legge allo Stato, ai sensi della normativa vigente (tra gli altri, l’art. 1 del d. lgs. 14-4-1948, n. 496 e l’art. 22 della legge 27-12- 2002, n. 289), connotati dalla presenza determinante del fattore “caso” e per l’assenza del fattore “abilità”.

Il gioco per essere definito d’azzardo deve presentare contemporaneamente tre condizioni:

  • il giocatore mette in palio una posta, in soldi o in oggetti di valore;
  • una volta messa in palio, la posta non può più essere ritirata;
  • il risultato si basa in parte o completamente sull’imprevedibilità, sul caso.

Il gioco d’azzardo si distingue, quindi, da ogni altra forma di gioco per la presenza determinante del fattore “caso” e per l’assenza del fattore “abilità”.

Cos’è il Disturbo da Gioco d’Azzardo

Il disturbo da gioco d’azzardo è una forma morbosa chiaramente identificata, che in assenza di misure idonee di informazione e prevenzione può rappresentare, a causa della sua diffusione, un’autentica malattia sociale (Organizzazione Mondiale della Sanità). Il disturbo consiste in episodi frequenti e ripetuti di gioco d’azzardo, che dominano la vita del soggetto a deterioramento dei valori e degli obblighi sociali, lavorativi e familiari.

Giocatori di azzardo: chi sono

Le ricerche epidemiologiche effettuate in ambito nazionale e internazionale individuano tre tipologie:

  1. Giocatore sociale: persona per la quale il gioco rappresenta un passatempo gratificante (i giocatori sociali sono la maggior parte, circa l’80-90% della popolazione adulta del nostro Paese);
  2. Giocatore eccessivo/problematico: prova eccitazione quando entra in contatto con un ambiente o una situazione in cui è possibile giocare d’azzardo e sente la necessità di fare puntate sempre più alte per vincere e/o recuperare il denaro perduto; può accadere che menta ai familiari e tenda a giocare più soldi di quanto preventivato;
  3. Giocatore patologico: soggetto dipendente dal gioco d’azzardo che lo induce il ad avvertire una necessità imperante di giocare e il desiderio irrefrenabile nel voler recuperare il denaro perduto, che lo porta a perdere la percezione sia del tempo che del denaro impiegato nel gioco. Giocare denaro diventa il centro di interesse esclusivo della propria esistenza. La dipendenza da gioco comporta dei costi non solo relativi alla salute del giocatore, ma anche al coinvolgimento dell’ambito familiare, lavorativo e sociale.

Come si cura il Disturbo da Gioco d’Azzardo

è previsto un percorso ambulatoriale all’interno del Servizio Pubblico per le Dipendenze (Ser.D). Il Ser.D garantisce una pronta accoglienza delle richieste dei singoli utenti e delle loro famiglie. L’accesso al servizio è diretto, senza necessità di prenotazione (CUP), né di richiesta medica, e avviene nel rispetto della privacy e, ove richiesto, dell’anonimato. Il percorso ambulatoriale prevede un’articolazione in fasi.  Fondamentale è l’intervento di counselling familiare, anche in assenza di motivazione del giocatore, che mira a dare informazioni fondamentali e necessarie per mettere in sicurezza il patrimonio familiare, allo scopo di delineare una via d’uscita dalla disperazione che spesso pervade la famiglia e di riformulare gli obiettivi dando ai familiari (e al giocatore) la forza necessaria ad intraprendere un percorso di cura.

Il trattamento si articola in una serie di interventi specifici e integrativi (colloqui motivazionali individuali e gruppi motivazionali; psicoterapie individuali, familiari e di gruppo; valutazione di trattamenti farmacologici per comorbidità; attività di supporto sociale al paziente che comprende sostegno alla gestione del debito, all’attività lavorativa, alla genitorialità e reperimento risorse ecc.; attivazione di consulenze legali e/o finanziarie).

La tutela legale consiste essenzialmente  nell’invio e collaborazione con associazioni di tutela economica (es. centri antiusura, micro-credito, organismo di composizione delle crisi da sovraindebitamento L. 3/2012) e nell’attivazione della procedura di nomina dell’amministratore di sostegno: l’amministratore di sostegno è previsto dal Codice civile ed ha il compito di provvedere alla cura e agli interessi dell’assistito che non sia in grado di provvedere a sé stesso, pur senza essere incapace (artt. 404 ss. c.c.)

In alcuni casi la complessità e la gravità del quadro clinico, il percorso ambulatoriale può essere integrato da interventi residenziali e semiresidenziali per le persone con DGA. Esistono poi interventi residenziali ultra-brevi finalizzati ad interrompere quelle forme compulsive ed impulsive di gioco che non trovano efficacia nei trattamenti ambulatoriali ma nello stesso tempo non trovano indicazioni per i percorsi residenziali di medio e lungo termine. Si richiede alla persona con DGA di separarsi temporaneamente dal proprio ambiente, dagli affetti e dalle abitudini e di vivere in un contesto nuovo e diverso. La convivenza e/o la permanenza per un tempo prestabilito con altre persone con dipendenza da gioco d’azzardo stimola il confronto e la riflessione sulle distorsioni cognitive e facilita un cambiamento della struttura di pensiero.

Questo contributo fa parte della categoria Leggi&Diritto del Blog Simone.

Consulta il decreto