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Collaborazione coordinata e continuativa

Collaborazione coordinata e continuativa: cos’è la parasubordinazione?

In alcuni casi, il lavoro autonomo può svolgersi con modalità analoghe a quelle rinvenibili nel lavoro subordinato. La collaborazione nell’attività produttiva, che si realizza attraverso forme di lavoro autonomo caratterizzate dalla natura prevalentemente personale della prestazione, dalla continuità e dalla coordinazione, è stata tradizionalmente inquadrata, dalla dottrina e dalla giurisprudenza, nella cd. Parasubordinazione.

Cosa s’intende per collaborazione coordinata continuativa?

Le collaborazioni si intendono coordinate quando, nel rispetto delle modalità di coordinamento stabilite di comune accordo dalle parti, il collaboratore organizza autonomamente l’attività lavorativa: il lavoratore deve, cioè, coordinarsi con l’organizzazione del committente senza, però, che sia quest’ultimo a stabilire le modalità di esecuzione della prestazione (il «quando» e il «dove»).

Collaborazioni coordinate e continuative: casi in cui si applica la disciplina del lavoro subordinato e ratio

Si applica la disciplina del lavoro subordinato ai rapporti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro: prevalentemente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente. Ferme queste caratteristiche, la disciplina del rapporto di lavoro subordinato si applica anche qualora le modalità di esecuzione della prestazione siano organizzate mediante piattaforme anche digitali: si fa riferimento alle collaborazioni dei cd. «riders», cioè dei lavoratori che svolgono attività di consegna di beni per conto altrui, in ambito urbano e con l’ausilio di velocipedi o veicoli a motore.

Il legislatore ha dunque individuato taluni elementi sintomatici e idonei a svelare possibili fenomeni elusivi delle tutele previste dalla legge e ha stabilito che quando l’etero-organizzazione, accompagnata dalla personalità e dalla continuità della prestazione, è marcata al punto da rendere il collaboratore comparabile ad un lavoratore dipendente, si impone una protezione equivalente e, quindi, il «rimedio» dell’applicazione della disciplina del lavoro subordinato.

Casi in cui non si applica la disciplina del lavoro subordinato

 In alcuni casi, pur in presenza delle caratteristiche individuate dalla legge, l’applicazione della disciplina del lavoro subordinato è esclusa (es. collaborazioni per le quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali).