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Il Presidente della Repubblica in Diritto Costituzionale

Stai studiando Diritto Costituzionale per un esame universitario o per un concorso e hai bisogno di un approfondimento riguardo al Presidente della Repubblica, alle sue funzioni, alla sua elezione e alla durata della sua carica? Questa breve, ma efficace guida ti aiuterà a soffermarti sugli elementi principali: potrai prendere appunti, chiarire dubbi e ottenere consigli sui testi dai quali studiare Diritto Costituzionale.

Ricorda, inoltre, che puoi anche seguire la lezione sul canale YouTube di Edizioni Simone, aggiornato ogni settimana con nuovi video di diritto per aiutarti a preparare l’esame o il concorso.

Le funzioni del Presidente della Repubblica

Dopo aver esaminato il Governo, continuiamo con lo studio del Presidente della Repubblica. Se il Titolo I della Parte Seconda è dedicata al Parlamento, alla sua composizione e alle funzioni, il Titolo II è dedicato interamente al capo dello Stato.

Il Presidente della Repubblica negli ordinamenti moderni svolge sostanzialmente due tipi di funzioni. Da un certo punto di vista, se pensiamo alla forma di governo presidenziale negli Stati Uniti o a una forma di governo semipresidenziale, come ad esempio in Francia, il Presidente della Repubblica ricopre anche un ruolo di tipo politico. Quindi, oltre a essere il capo dello Stato svolge anche una funzione di indirizzo politico, cioè ha funzioni politiche.

Nelle forme di governo parlamentare, come quella italiana, la sua funzione non è quella di definire l’indirizzo politico del paese, bensì di fare da garante dello Stato. Questo lo si può desumere facilmente leggendo l’articolo 87 della Costituzione al primo comma:

Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale.

Il capo dello Stato è organo monocratico, super partes, equidistante, imparziale, non connotato politicamente perché è il Capo dello Stato, il capo, per così dire, di tutti gli italiani, in questo caso.

Le elezioni del Presidente della Repubblica

La funzione di Capo dello Stato la comprendiamo anche se andiamo a esaminare il modo in cui quest’ultimo viene eletto.

Ancora una volta, converrà avere a portata di mano la Costituzione. Infatti, l’articolo 83 della Costituzione ci spiega come viene eletto:

 Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri.

La funzione di rappresentante dello Stato è qui ben descritta, ancor di più se si pensa alle due alte cariche dello Stato, i Presidenti di Camera e Senato. Infatti, il Presidente della Camera è espressione solo della Camera dei Deputati, perché è al suo interno che viene eletto, così come il Presidente del Senato. Quindi, pur svolgendo i due presidenti una funzione di organi imparziali, sono comunque rappresentati solo di una Camera.

Il Presidente della Repubblica, invece, viene eletto dal Parlamento riunito in seduta comune e l’elezione vede presenti, non solo i rappresentanti del popolo a livello nazionale, i parlamentari, ma anche i rappresentanti delle istituzioni territoriali, i delegati regionali.

Per poter essere eletto, deve soddisfare tre requisiti:

  • essere cittadino italiano
  • godere dei diritti civili e politici
  • avere almeno 50 anni.

Quanto alla modalità di elezione, bisogna ricordare che chi convoca il Parlamento in seduta comune è il Presidente della Camera.

Il Presidente del Senato, invece, rappresenta il supplente del Presidente della Repubblica, se questi si trova in una situazione di impedimento, temporaneo o permanente, dal momento che non esiste un vice presidente della Repubblica.

Ritornando invece all’elezione, abbiamo detto che chi convoca il Parlamento è il Presidente della Camera segnatamente trenta giorni prima della scadenza del mandato del capo dello Stato, o nel caso in cui quest’ultimo si trovi in una situazione di impedimento permanente, sia morto o abbia dato le dimissioni, entro 15 giorni convoca il Parlamento in seduta comune, integrato dai delegati regionali, nel numero di tre per ogni regione, salvo la Valle d’Aosta che ne ha solamente uno.

Il Presidente della Repubblica, nei primi tre scrutini, deve ottenere la maggioranza dei due terzi dell’assemblea, mentre nei successivi scrutini è sufficiente la maggioranza assoluta.

Perché queste maggioranze? Da una parte per fare in modo che il consenso intorno al nome di chi deve diventare Presidente della Repubblica sia ampio e, dall’altro, che il protrarsi dell’elezione possa, in qualche modo, delegittimare il futuro Presidente della Repubblica, sminuendolo agli occhi degli italiani.

Durata del mandato del Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica dura in carica sette anni e questa durata, differente da quella del Parlamento che è di 5 anni, è stata, anche in questo caso, pensata per svincolarlo dal Parlamento che lo ha eletto, lasciandogli maggiore libertà di azione.

Al termine del suo mandato il Presidente della Repubblica diviene automaticamente senatore a vita, quindi avrà un proprio ufficio e le proprie funzioni da senatore.

Da questo punto di vista, anche in altri ordinamenti sono previste delle specifiche analoghe: per esempio il Presidente della Repubblica francese, al termine del suo mandato, diviene automaticamente membro del Consiglio Costituzionale che è l’equivalente della nostra Corte Costituzionale.

Quanto alle funzioni è importante ricordare che il Presidente della Repubblica è un organo super partes. Non è titolare di alcuna delle tre funzioni tipiche dello Stato ma partecipa a ciascuna di esse, in quanto:

  • promulga la legge (funzione legislativa);
  • nomina il Presidente del Consiglio e i ministri (funzione esecutiva);
  • presiede il Consiglio Superiore della Magistratura (funzione giurisdizionale).

Il giuramento del Presidente della Repubblica

Un ultimo aspetto da considerare è che il Presidente la Repubblica, nello svolgimento del proprio mandato, è irresponsabile dal punto di vista politico (non risponde cioè degli atti compiuti come Presidente della Repubblica) se non in due casi che sono previsti dall’articolo 90 della Costituzione:

Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.

In effetti, il Presidente della Repubblica, nel momento della sua elezione, è chiamato a prestare il giuramento, il quale è previsto dall’articolo 91 della Costituzione e che consiste in un atto di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione.

Dove studiare Diritto Costituzionale 

Come avrai potuto notare, tutte le nozioni date nel corso di questo approfondimento sono strettamente legate alla lettura e alla comprensione degli articoli della Costituzione. Il consiglio, infatti, è sempre quello di avere a portata di mano questo testo, dal momento che è pressoché impossibile studiare Diritto Costituzionale senza l’aiuto della Costituzione.

Uno strumento valido, per esempio, è una Costituzione Esplicata: in questo testo, infatti, non solo vengono evidenziate in grassetto le parole chiave di ciascun articolo (cosa che favorisce anche la memoria), ma accanto a ciascun comma sono presenti delle brevi note di commento e, al termine, la ratio dell’articolo che ti aiuta a comprendere il concetto principale che il Costituente intende esprimere.

La Costituzione Esplicata è presente anche in versione minor, in formato tascabile, da portare sempre con te, anche a lezione o prima dell’esame o del concorso.