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Principi fondamentali della Costituzione: spiegazione art. 4, 5 e 6

L’imputabilità penale

Stai studiando Diritto Costituzionale per un esame universitario o un concorso? Dopo l’approfondimento sui primi 3 articoli, continuiamo con lo studio dei principi fondamentali della Costituzione, concentrando l’analisi sugli articoli 4, 5 e 6 della nostra Carta costituzionale.

Ricorda che puoi anche seguire la lezione sul canale YouTube di Edizioni Simone, sempre aggiornato con nuovi video per sostenere studenti e partecipanti ai concorsi pubblici nello studio del diritto.

Spiegazione dell’articolo 4 della Costituzione italiana

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Cominciamo questa nostra analisi dei principi fondamentali della Costituzione con la spiegazione dell’articolo 4. Tale articolo ribadisce quanto sancito in apertura della nostra Costituzione (l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro), ossia il principio lavorista andando a specificare ulteriori elementi che devi tenere a mente.

L’articolo 4 afferma che la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro. Tuttavia, non si tratta di un diritto positivo: lo Stato, infatti, non deve trovare lavoro a ciascun individuo, ma si deve impegnare a creare le condizioni affinché ciascuno trovi un lavoro.

Infatti, proseguendo, si legge “e promuove le condizioni che rendano effettivo tale diritto”. Quindi si tratta dell’impegno affinché ciascuno possa aver riconosciuto il diritto di lavorare.

Un secondo aspetto da tenere in considerazione è quello che emerge continuando nella lettura dell’articolo e che identifica la funzione del lavoro: ogni cittadino ha “il dovere di svolgere […] un’attività che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

Questo perché, se da una parte ciascuno ha il diritto al lavoro, dall’altra ha anche il dovere di lavorare per contribuire al progresso materiale della società. Lavorando, infatti, si percepisce un reddito e, pagando le tasse, ad esempio, si contribuisce al miglioramento dei servizi pubblici che lo Stato garantisce ai cittadini.

Principi fondamentali della Costituzione: spiegazione dell’articolo 5 della Costituzione

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.

L’articolo 5 sancisce innanzitutto il principio di unità e indivisibilità della Repubblica: lo Stato italiano è uno e il suo territorio non può essere frazionato.

Quindi, qualsiasi ipotesi di distacco (qualche volta nel passato abbiamo sentito parlare di “secessione”, cioè di distacco di una porzione del territorio dall’Italia) non è ammissibile. Tale principio sancisce, in pratica, una forma di “intoccabilità” del territorio italiano così come è stato concepito dai Costituenti. Ma questo non è un principio assoluto, perché “la Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali”, cioè in ogni caso riconosce una parte di autonomia ai cosiddetti enti territoriali.

In realtà, se andiamo ad analizzare i verbi “riconoscere” e “promuovere”, non sono stati utilizzati dal Costituente a caso.

Nel momento in cui si procedeva con la redazione della Costituzione repubblicana, di fatto l’Italia “riconosceva” gli enti territoriali già presenti sul territorio (ad esempio i Comuni, che esistevano già durante il regno d’Italia, a partire dal 1860); allo stesso tempo, la Repubblica “promuoveva” le autonomie locali, assumendo l’impegno, con l’istituzione delle Regioni (legislativamente avvenuto a partire dagli anni 70), di favorire un più ampio decentramento di tipo territoriale.

Continuando a leggere l’articolo 5 (“attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo”) si evince che l’Italia riconosce autonomia e decentramento agli enti territoriali. Lo Stato, dunque, non si chiude in se stesso – non esiste solo uno Stato centrale, ma più livelli statali – e viene riconosciuta un’autonomia, ossia la capacità di svolgere determinate attività e di garantire determinati servizi a livello locale.

 Spiegazione dell’articolo 6 della Costituzione italiana

La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Arriviamo all’ultimo articolo che analizzeremo in questo approfondimento sui principi fondamentali della Costituzione: l’articolo 6, costituito da una semplice affermazione: la tutela delle minoranze linguistiche.

L’articolo 6, nel tutelare le minoranze linguistiche, fa riferimento a quelle comunità presenti nel territorio italiano e che di fatto parlano oltre all’italiano, anche un’altra lingua.

Per esempio, nella Valle d’Aosta, dove si parla anche il francese, o nelle Province Autonome di Trento e Bolzano, dove si parla anche il tedesco, lo Stato italiano ha riconosciuto, a livello regionale, la possibilità di parlare una lingua differente non solo nelle scuole, ma anche per quanto riguarda i rapporti tra cittadini e Pubblica Amministrazione.

Oltre a questo, anche a livello legislativo sono state riconosciute delle forme di tutela per quanto riguarda coloro che non parlano la lingua italiana. Si pensi alla L. 15 dicembre 1999, n. 482, recante Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche.

Da notare anche che in questo articolo della Costituzione dedicato alla lingua manca il riferimento alla lingua ufficiale della Repubblica.

Perché manca questo riferimento? Perché, dobbiamo ricordare che una Costituzione è anche un documento che nasce “contro qualcosa”. La Costituzione italiana nasce all’indomani dell’infausta esperienza del regime fascista che aveva calpestato i diritti delle minoranze, anche i più elementari diritti dei cittadini, e una delle azioni che purtroppo aveva commesso era imporre l’utilizzo della lingua italiana fino alla cosiddetta italianizzazione dei nomi e dei cognomi anche con effetti ridicoli. Ad esempio “bar” diventa “mescite” o “quisibeve”, “club del tennis” diventa “consociazione della pallacorda”.

Per questo motivo, come reazione, i Padri costituenti, quando hanno scritto la nostra Carta Costituzionale, non hanno fatto menzione della lingua ufficiale.

Dove studiare i principi fondamentali della Costituzione e gli articoli 4, 5 e 6

In questo approfondimento abbiamo analizzato gli articoli 4, 5 e 6 della Costituzione. È chiaro che si tratta di una spiegazione semplice e sintetica dei principi fondamentali della Costituzione italiana per agevolarti nello studio della materia, argomenti che devono essere approfonditi con un adeguato studio.

Puoi trovare spiegazioni altrettanto semplici, ma complete e secondo diversi gradi di approfondimento, nelle pubblicazioni Edizioni Simone. In particolare, se hai bisogno di memorizzare i concetti fondamentali, approfondendo anche tematiche di attualità, puoi affiancare allo studio del manuale il Compendio di Diritto Costituzionale. Il testo contiene anche, alla fine di ogni capitolo, dei questionari che includono alcune delle domande che più frequentemente vengono richieste in sede d’esame o di concorso.

Per la fase di ripasso, invece, lo Schemi & Schede di Diritto Pubblico e Costituzionale ti aiuta a memorizzare i concetti fondamentali tramite mappe e schede sinottiche sugli argomenti più spesso richiesti all’esame su pagine staccabili. In questo modo puoi portarle con te anche il giorno stesso dell’esame o del concorso per un ultimo, veloce ripasso.

Infine, non dimenticare mai di affiancare allo studio di libri, manuali e riassunti anche la stessa Costituzione, perché solo in questo modo puoi effettuare i collegamenti tra le norme e avere una visione d’insieme della disciplina. Ancor più indicata è la Costituzione Esplicata per individuare la ratio di ogni disposizione.