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I primi 3 articoli della Costituzione Italiana

L’imputabilità penale

Stai studiando Diritto Costituzionale e hai bisogno di una spiegazione breve e semplice dei primi 3 articoli della Costituzione Italiana? In questo approfondimento analizzeremo quelli che sono i principi fondamentali sanciti dalla Costituzione.

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I primi 3 articoli della Costituzione Italiana

La Costituzione italiana si apre con un gruppo di 12 articoli in cui sono definiti i principi fondamentali dell’ordinamento italiano. La collocazione che i Padri Costituenti hanno dato di tali principi non è casuale. Nel definire qual era il nuovo assetto che si andava a delineare all’indomani della caduta del fascismo, era importante dare un nuovo segnale e definire quali erano i principi a partire dai quali si stava costruendo un nuovo Stato.

Si è deciso, all’epoca della redazione della Carta costituzionale, di non inserire questi principi in un preambolo che si trovasse “fuori” la Costituzione, bensì di inserirli direttamente nel testo costituzionale, probabilmente anche per timore che potessero in qualche modo, con un artifizio giuridico, essere modificati o comunque soppressi.

Spiegazione dell’Articolo 1 della Costituzione Italiana

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

La nostra Costituzione si apre con la definizione di che cos’è lo Stato italiano nel momento in cui si dice che l’Italia è una Repubblica democratica.

La Repubblica costituisce una forma di governo. È bene precisare che in dottrina si discute circa il significato della parola Repubblica, cioè se vada intesa come forma di Stato o forma di governo.

Quando parliamo di forma di Stato ci si sta riferendo al come si atteggiano i tre elementi fondamentali, gli elementi tipici di uno Stato (cioè popolo, territorio e sovranità); mentre quando parliamo della forma di governo, facciamo riferimento al solo elemento della sovranità e di come questa viene esercitata.

Sul punto, va ricordato che nel 1946, contestualmente all’elezione dei membri dell’Assemblea Costituente, l’organo cioè incaricato di redigere il testo costituzionale, ci fu anche il referendum istituzionale per far scegliere agli italiani tra monarchia e Repubblica, con la vittoria di quest’ultima. Da quel momento, il ruolo di capo dello Stato non è stato più rappresentato dal monarca, ma dal Presidente della Repubblica. Quindi in questo senso si vuol dire che la Repubblica fa riferimento al ruolo che adesso, con il passaggio dalla monarchia a Repubblica, assume il capo dello Stato che rappresenta l’unità nazionale.

Questo è un piccolo inciso che deve essere necessariamente collegato all’aggettivo democratico che abbiamo letto nell’articolo 1. Nel momento in cui si fa riferimento a Repubblica democratica, appunto, si fa riferimento al concetto di democrazia, inteso come il governo del popolo, come si legge anche nel successivo comma (la sovranità appartiene al popolo). Quindi, nella norma di apertura della Costituzione, noi abbiamo la definizione di una nuova forma di Stato che è di tipo democratico, per cui la sovranità appartiene al popolo.

Inoltre, con il passaggio dalla monarchia alla Repubblica, non aveva più alcun valore l’appartenenza a una data famiglia o classe sociale, ma ciò che rendeva lo Stato italiano nuovo era il fatto che, a partire dal concetto di lavoro, inteso alla latina come fatica (labor), si fissava il principio per cui il nuovo Stato italiano si costruiva a partire dall’impegno di ciascun cittadino (fondata sul lavoro).

Altro elemento che è importante evidenziare è che nel secondo comma si dice che la sovranità appartiene al popolo nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Questa affermazione sancisce la novità di uno Stato che è non più solo di diritto ma è uno Stato costituzionale, perché al vertice del nostro ordinamento si pone la Costituzione.

Spiegazione dell’articolo 2 della Costituzione Italiana

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

L’articolo 2 fa riferimento a tre principi: un principio personalista, perché pone al centro dell’ordinamento l’individuo, la persona; un principio pluralista, perché viene riconosciuta una funzione fondamentale alle cosiddette formazioni sociali; il principio solidarista, perché richiede a ciascun individuo l’adempimento di specifici doveri. Esaminiamoli tutti e tre, molto rapidamente.

Quando si dice che la Costituzione italiana pone la persona al centro dell’ordinamento, lo si fa a partire dai diritti di cui è portatore la persona e che lo Stato deve riconoscere. Questo lo ricaviamo dalla frase di apertura dell’articolo 2 dove si dice la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali.

Questo significa che esistono dei diritti che lo Stato si deve limitare a riconoscere, insomma dei diritti che in qualche modo si trovano prima della Costituzione e dello Stato. Pensa al diritto alla vita: non è lo Stato a riconoscere che l’uomo ha diritto alla vita, ma nel momento stesso in cui l’uomo nasce è già titolare di tale diritto che lo Stato deve limitarsi a riconoscere e garantire.

Quando si parla di diritti inviolabili dell’uomo si fa riferimento a diritti che non possono essere in alcun modo violati. Il concetto di violazione, in questo caso, significa che lo Stato non può sopprimere tali diritti neanche attraverso un procedimento di revisione costituzionale, perché altrimenti verrebbe a cadere addirittura la nostra forma di Stato democratica.

Quando si dice sia come singolo sia nelle formazioni sociali è perché esistono diritti che riguardano l’uomo in quanto singolo (pensa, per esempio, alla libertà di espressione) o come appartenente alle formazioni sociali, ossia quei centri intermedi che si pongono tra l’individuo e lo Stato (per esempio la famiglia, la scuola, i partiti politici, i sindacati ecc.).

In questo caso la Costituzione si impegna a garantire i diritti che riguardano l’uomo in quanto parte di una comunità, di un insieme di altri soggetti.

Infine l’ultimo principio che viene sancito dall’articolo 2 è quello solidarista: la Repubblica richiede l’adempimento dei diritti inderogabili di solidarietà.

In questo caso possiamo pensare al celebre motto della rivoluzione francese: libertà, fraternità e legalità. Il concerto di fraternità, e quindi quello che si chiama fratellanza, attualmente può essere tradotto con solidarietà: l’uomo, in quanto tale, fa parte di uno Stato ed è titolare di una serie di diritti che lo Stato gli deve riconoscere, ma è anche titolare di doveri, il che significa che lui deve fare qualcosa per lo Stato.

Facciamo degli esempi: pagare le tasse, educare i figli, partecipare alle elezioni politiche e così via. Quindi tutto ciò che richiede uno sforzo, un impegno da parte dell’individuo nei confronti dello Stato.

Spiegazione dell’Articolo 3 della Costituzione Italiana

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Passiamo ora all’articolo 3 che rappresenta il cuore del nostro ordinamento perché sancisce il principio di uguaglianza.

L’uguaglianza si può intendere in due modi: uguaglianza di tipo formale e uguaglianza di tipo sostanziale. L’uguaglianza di tipo formale è rappresentata dalla frase tutti i cittadini […] sono uguali dinanzi alla legge.

Questo principio pone tutti gli individui sullo stesso piano e si dice che hanno pari dignità sociale. Il concetto di dignità sociale fa riferimento al fatto che nella società tutti i cittadini sono uguali e questa uguaglianza si esprime nel fatto che l’individuo è all’interno di un ordinamento giuridico che, come tale, lo deve trattare allo stesso modo rispetto a tutti gli altri individui.

Il principio di uguaglianza formale resterebbe un valore ideale, se non ci fosse un’azione concreta da parte dello Stato tesa all’attuazione di tale uguaglianza. E in che modo avviene? Lo spiega il secondo comma quando dice che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona.

Si fa, dunque, riferimento a quelle azioni positive che lo Stato deve compiere affinché tutti i cittadini siano uguali e che questa uguaglianza tanto agognata non resti semplicemente un ideale. Per questo motivo si parla in merito all’art. 3, comma 2, di uguaglianza sostanziale

Dove studiare i primi 3 articoli della Costituzione Italiana

Abbiamo fornito una spiegazione dei primi 3 articoli della Costituzione Italiana. Comprendere il significato alla base degli articoli della nostra Carta Costituzionale è fondamentale, ma solo con uno studio approfondito si può affrontare al meglio un esame universitario o un concorso pubblico.

Per prima cosa, il consiglio, per quanto possa apparire banale, è avere sempre a portata di mano proprio la Costituzione, meglio se esplicata, dal momento che solo in questo modo hai la possibilità di comprendere la ratio di ciascun articolo. La Costituzione Esplicata di Edizioni Simone è, inoltre, ricca di tavole introduttive, riquadri di approfondimento e di un indice analitico- alfabetico per aiutarti nella ricerca dell’articolo di tuo interesse.

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