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Il principio di legalità nel Diritto Penale

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Stai studiando Diritto Penale per un esame universitario o per un concorso? In questo approfondimento parliamo del principio di legalità nel Diritto Penale e della riserva di legge che, come vedremo, è strettamente legata al principio di legalità.

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Il principio di legalità nel Diritto Penale

Il principio di legalità non riguarda soltanto il Diritto Penale, poiché rappresenta il vero e proprio cardine dell’intero ordinamento giuridico dello stato di diritto. Questo perché il principio di legalità comporta l’esigenza che ogni pubblico potere, sia che venga esercitato da un giudice, sia che venga esercitato da un agente di pubblica sicurezza, trovi fondamento nella legge.

Il principio di legalità, quindi, ha una fondamentale funzione di garanzia per il cittadino nei confronti dello Stato, in quanto limita la discrezionalità degli ordini degli uffici dello Stato e in questo modo impedisce che questi possano esercitare il potere loro conferito in maniera arbitrale.

Questa funzione di garanzia è particolarmente evidente proprio nel Diritto Penale, laddove il principio di legalità comporta che nessuno può essere punito per un fatto che non è previsto dalla legge come reato (quel comportamento umano al cui verificarsi la legge collega l’applicazione di una sanzione penale).

Principio di legalità formale e principio di legalità sostanziale

Il principio di legalità, nel nostro ordinamento, è inteso da un lato come principio di legalità formale e dall’altro come principio di legalità sostanziale. In realtà queste due nozioni sono correlate.

In base al principio di legalità in senso formale, un comportamento non costituisce reato, e di conseguenza il suo autore non può essere sottoposto alla pena, se una legge non lo prevede espressamente come reato.

Fonte suprema del principio di legalità in senso formale è l’articolo 25 della Costituzione, il quale al comma 2 stabilisce che nessuno può essere punito se non in forza di una legge entrata in vigore prima della commissione del fatto e, al comma 3, aggiunge che nessuno può essere sottoposto a una pena o misura di sicurezza se non nei casi espressamente previsti dalla legge.

L’articolo 1 del Codice Penale stabilisce che nessuno può essere punito per un fatto che non sia previsto dalla legge come reato, né con pene che da essa non siano state stabilite. In sostanza, l’art. 1 del Codice Penale ci dice che deve essere la legge tanto a individuare i comportamenti che costituiscono reato, quanto a determinare le sanzioni che conseguiranno a tali comportamenti.

Ulteriore riferimento al principio di legalità nel senso formale nel Codice Penale è dato dall’art. 199 che riguarda espressamente le misure di sicurezza, ossia quelle sanzioni che vengono applicate al reo, che sia anche ritenuto socialmente pericoloso, e il quale stabilisce che non può applicarsi nessuna misura di sicurezza che non sia espressamente prevista dalla legge o fuori dei casi da essa stabiliti.

Come abbiamo anticipato, però, nel nostro ordinamento rileva anche un’interpretazione del principio di legalità in senso sostanziale.

Nel nostro ordinamento, infatti, perché un comportamento umano possa essere qualificato come reato non è sufficiente che una norma incriminatrice preveda quel comportamento come reato, ma è anche necessario che quel comportamento risulti, nella realtà materiale, lesivo di un bene giuridico, il quale è protetto attraverso la minaccia della sanzione.

Il principio di legalità sostanziale, quindi, porta l’attenzione sulla necessità che il comportamento dell’individuo abbia una concreta attitudine lesiva, cioè sia concretamente idoneo a danneggiare, o quantomeno mettere in pericolo, un bene giuridico rilevante.

La fonte del principio di legalità sostanziale del Codice Penale è data all’articolo 49, il quale disciplina il cosiddetto reato impossibile. Il reato impossibile è quello che ricorre quando il comportamento del soggetto è previsto come reato dalla disposizione penale, ma risulta inidoneo a produrre l’elemento dannoso o pericoloso.

Facciamo un esempio: se voglio uccidere un mio collega o un mio amico e gli sparo con una pistola a salve o con una pistola giocattolo, il mio comportamento è sin dall’inizio inidoneo al raggiungimento dell’evento che mi sono prefissato come risultato della mia azione. Pertanto il mio comportamento non costituisce reato e non sarò punibile.

Principio di legalità, principio della riserva di legge e altri principi fondamentali del Diritto Penale

Come abbiamo accennato in precedenza, al principio di legalità si legano una serie di corollari che rappresentano altrettanti principi fondamentali del Diritto Penale.

Questi sono:

  • il principio della riserva di legge
  • il principio di tassatività e determinatezza
  • il divieto di analogia
  • il principio di irretroattività della legge penale
  • il principio della riserva del Codice.

Andiamo ad esaminarli uno alla volta.

Principio della riserva di legge

Il principio della riserva di legge comporta che fonti del Diritto Penale possono essere soltanto la legge e gli atti ad essa equiparati, per esempio un decreto legge convertito.

Lo scopo è quindi attribuire la funzione di individuare i comportamenti che costituiscono reato e determinare le pene ad esse applicabili al potere legislativo, cioè al Parlamento. In questo modo si evita che il potere esecutivo e il potere giudiziario possano agire in maniera arbitraria nella materia penale.

Una conseguenza rilevante del principio della riserva di legge è la ridotta rilevanza attribuita alla consuetudine nel diritto penale. La consuetudine è quella fonte generale del diritto non scritta che si basa sulla ripetizione di un certo comportamento da parte di membri di una collettività nella convinzione della sua obbligatorietà giuridica, la cosiddetta opinio iuris ac necessitatis.

Ebbene, il principio della riserva di legge fa sì che nel Diritto Penale sia ammessa soltanto una consuetudine integratrice.

Principio di tassatività e determinatezza

Passiamo adesso al principio di tassatività e determinatezza della fattispecie penale. Il principio di tassatività comporta che le disposizioni penali devono essere formulate in maniera determinata e precisa. Questo perché associare a un determinato comportamento una fattispecie di reato, formulato in maniera generica, si risolverebbe in una violazione del principio di legalità. Questo accade, per esempio, nei casi nei quali il legislatore individua il comportamento costituente reato non all’interno della disposizione, ma all’esterno della stessa e attraverso concetti particolarmente generici.

Un esempio di ciò può essere il reato di atti osceni che è attualmente approvato e che è appunto basato sul concetto di oscenità, concetto estremamente vago perché ovviamente varia a seconda della percezione dell’individuo, del luogo ecc.

Divieto di analogia

Passiamo adesso al terzo corollario del principio di legalità che è il divieto di analogia. L’analogia è quel procedimento attraverso il quale a un caso concreto non disciplinato dalla legge si applica la disposizione prevista per un caso analogo o, in mancanza di questo, a un principio generale dell’ordinamento.

Il divieto di analogia, a ben vedere, è una conseguenza logica della riserva di legge e la tassatività della fattispecie penale: infatti, una volta compreso che soltanto la legge può essere fonte delle disposizioni penali e che queste disposizioni devono essere formulate in maniera determinate e precisa, è evidente come le disposizioni penali rappresentino un numero chiuso e non possono essere ampliate a piacimento dai giudici. Per questo motivo, in materia penale solitamente non si fa ricorso ad analogia.

In altre branche del diritto, come il Diritto Civile, l’analogia è molto usata per colmare lacune dell’ordinamento, mentre in materia penale le leggi stabiliscono espressamente che le leggi penali possono essere applicate soltanto nei limiti dei tempi e dei casi da esse stabiliti.

Principio di irretroattività

Ulteriore fondamentale principio è il principio di irretroattività, sancito dall’articolo 2 del Codice Penale: nessuno può essere punito per un fatto che, secondo la legge del tempo in cui fu commesso, non costituiva reato.

Per fare un esempio, ciò significa che se un soggetto nel 2017 ha realizzato dei comportamenti configurabili nel reato di attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, introdotto nel Codice Penale soltanto nel 2018, il soggetto in questione non può essere perseguito per quel reato.

Un’eccezione al principio di irretroattività è data dal principio di retroattività della disposizione più favorevole al reo. Questo principio, che è disciplinato sempre all’articolo 2 del Codice Penale al comma 4, prevede che se la disposizione del tempo in cui stato commesso un reato e quelle successive sono diverse, bisogna applicare quella più favorevole al reo.

Principio della riserva di codice

Passiamo a un ultimo principio connesso a quello di legalità: il principio della riserva di codice, introdotto di recente con un nuovo articolo, l’articolo 3 bis del Codice Penale. Questo stabilisce che nuove disposizioni penali possono essere introdotte soltanto modificando il Codice Penale o in leggi che disciplinano in modo organico la materia.

Lo scopo è quello di evitare una proliferazione eccessiva di disposizioni in materia penale, che finirebbero per rendere la materia disorganica e frammentaria, e quindi cercare di racchiudere tutte le disposizioni penali all’interno del Codice, così da rendere anche più facile la conoscibilità delle disposizioni penali per i cittadini e per gli operatori della legge.

L’unica deroga è data dalla presenza di leggi che disciplinano in modo organico la materia. Ciò vuol dire che se ad esempio una disposizione è introdotta in una fonte diversa al Codice Penale, ma è talmente correlata a questa fonte che il suo spostamento nel Codice rischierebbe di complicare l’interpretazione della disposizione, non è necessario che questa disposizione venga trasferita e può restare all’interno della fonte originaria.

Dove studiare il principio di legalità nel Diritto Penale

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Per esempio, se hai cominciato da poco a studiare Diritto Penale e hai bisogno di spiegazioni chiare e semplici sulle nozioni fondamentali, ti sarà utile consultare il Compendio di Diritto Penale. Il testo riassume tutti gli argomenti fondamentali di questa disciplina e propone dei questionari di fine capitolo in cui sono concentrate le domande che più frequentemente vengono richieste in sede d’esame.

Se, invece, hai bisogno di organizzare lo studio, lo Schemi & Schede di Diritto Penale è fondamentale, soprattutto nella fase di ripasso. Il libro contiene mappe e schede sinottiche che ti aiutano a organizzare gli istituti fondamentali e a memorizzare i concetti chiave.

Infine, nello studio del Diritto Penale è fondamentale consultare il Codice di riferimento. Il Codice Penale, infatti, è il testo più importante da consultare, specialmente quando si tratta di un Codice Penale esplicato, perché contiene, alla fine di ogni articolo, spiegazioni chiare e approfondite che ti consentono di capire appieno la ratio di ogni articolo e facilitano i collegamenti tra le diverse norme.