La Composizione della Crisi da Sovraindebitamento – SE/D36

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Autore: Enzo Sollini

– Procedura – Organismi e sanzioni – Liquidazione del patrimonio – Profili fiscali

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Esaurito

Edizione: 2013
Pagine: 416
ISBN: 9788851307189
Codice: SE/D36
Formato: 17 x 24
Abstract

La riforma della legge fallimentare, iniziata nel 2005 e forse ancora non conclusasi (nel corso degli anni si è assistito a una modificazione continua e ripetuta) ha radicalmente mutato istituti e concetti consolidati nel tempo nonché comportamenti che rivoluzionano i flussi informativi tra il curatore e i creditori – che devono avvenire tramite posta elettronica certificata (PEC) – e le modalità di presentazione delle domande di ammissione al passivo da inviare esclusivamente alla PEC del curatore.

La nuova legge fallimentare, tra l’altro:

— ha confermato l’esclusione dal fallimento e dal concordato preventivo del piccolo imprenditore identificato in base a parametri numerici (investimenti e ricavi);

— ha ridistribuito i poteri degli organi procedurali;

— ha introdotto una filosofia nuova, secondo la quale l’impresa non è più concepita come un bene strettamente personale dell’imprenditore ma un “bene” del sistema economico, un bene da assistere, tutelare e conservare anche nel momento in cui l’imprenditore entra in crisi;

— ha introdotto l’istituto dell’esdebitazione che consente al fallito, ove ricorrano determinate condizioni, di cancellare i debiti che non hanno trovato soddisfazione in abito concorsuale;

— ha rivisitato in maniera profonda l’istituto del concordato preventivo sminuendo i poteri di controllo e di indagine degli organi della procedura, abrogando il criterio della meritevolezza e, nel contempo, accentuando la

natura contrattualistica tra le parti;

— ha introdotto la procedura di concordato “in bianco” consentendo al debitore di depositare il ricorso riservandosi di presentare la proposta e la documentazione nel termine assegnato (art. 161 L.F.);

— ha introdotto il nuovo istituto della degli accordi di ristrutturazione dei debiti (art. 182bis L.F.) e del piano attestato (art. 67 L.F.) per la soluzione ragionata della crisi d’impresa;

— ha ridisegnato la procedura della transazione fiscale (art. 182ter L.F.), consentendo all’imprenditore in difficoltà di poter risolvere la crisi d’impresa attraverso procedure chiare e legittime prima che la stessa diventi irreparabile senza costringerlo a dover nascondere la sua situazione attraverso manovre rischiose o ricorrendo ad operazioni e finanziamenti illegittimi.

Nella riforma, però, non ha trovato, in alcun modo, spazio una tutela per i soggetti non fallibili che, anche a seguito della crisi finanziaria importata dall’America nell’estate del 2008, sono stati aggrediti in maniera sempre più massiccia dei creditori con esecuzioni individuali.

In tale situazione la richiesta di tutela per i debitori deboli si è fatta sempre più insistente e diffusa.

La richiesta è stata accolta con il disegno di legge Centaro (307-B) del 2009, ma alla fine del 2011, il governo, non ritenendo più procrastinabile la situazione generale, ricorrendo a un provvedimento d’urgenza, ha introdotto, con il D.L. 22 dicembre 2011, n. 212, la procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento cui potevano far ricorso i soggetti esclusi dalle procedure concorsuali, al fine di raggiungere un accodo con i propri creditori in sede protetta con l’ausilio di un soggetto particolare (l’organismo di composizione della crisi).

La decretazione con provvedimento d’urgenza ha spinto l’organo legislativo ad approvare il disegno di legge rivisitato che è sfociato nella legge 27 gennaio 2012, n. 3, ed a stralciare dal D.L. 212/2011 in conversione il Capo 1 che regolava la predetta procedura.

Nella fase transitoria e in attesa che sia emanato l’apposito decreto da parte del ministro della giustizia per l’istituzione degli organismi di composizione della crisi, le funzioni e compiti loro spettanti saranno svolti da un soggetto in possesso dei requisiti per assumere la carica di curatore fallimentare (art. 28 L.F.) o da un notaio nominati dal Presidente del Tribunale territorialmente competente.

La funzione della legge 3/2012 è quella di coprire la zona della non “fallibilità” e fornire soluzioni ragionate in ambito protetto per la soluzione della crisi da sovraindebitamento.

Da un controllo in alcuni tribunali è emerso che nessuna procedura è stata richiesta a Milano, Torino, Bari, Brindisi, Pavia ed un solo ricorso è stato depositato al tribunale di Roma e a quello di Firenze evidenziando che la legge, come improntata (una accordo tra debitore e creditori o parte di essi), ha tradito le aspettative con la necessità, quindi, di modificarla affinché potesse incidere in maniera significativa sul fenomeno, sempre più crescente, della crisi dei piccoli soggetti.

Il governo, alla luce delle prime indagini applicative, ha ritenuto urgente e improcrastinabile l’intervento della legge ed ha emanato il D.L. 18 ottobre 2012, n. 179 convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221 al fine di aumentare l’efficacia e l’operatività apportando modifiche di notevole portata.

In particolare:

— la procedura diventa concorsuale;

— viene definito il “consumatore” destinatario di una particolare procedura;

— viene modificato il contenuto del piano prevedendo anche un pagamento non integrale dei creditori privilegiati (esclusi alcuni soggetti);

— riduce la percentuale per il raggiungimento dell’accordo dal settanta al sessanta per cento;

— disciplina un autonomo procedimento per l’omologazione del piano del consumatore;

— introduce procedure alternative per la liquidazione di tutti i beni;

— condiziona all’esito della liquidazione ed al giudizio del tribunale l’effetto della esdebitazione;

— introduce una particolare procedura per il consumatore contrassegnata dall’assenza di un procedimenti di acquisizione dell’adesione o del dissenso dei creditori basata esclusivamente su di una valutazione giudiziale di fattibilità della proposta e della meritevolezza della condotta d’indebitamento del soggetto;

— prevede che le start-up (definite dall’art. 25 del D.L. 179/2012) siano soggette alle procedura regolate dal Capo II.

SE/D36

Indice

Parte I

Dalla riforma della legge fallimentare alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento

1

Cenni sulla riforma della legge fallimentare e sull’introduzione, delle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento

1. La riforma della legge fallimentare (cenni)

1.2 L’imprenditore non soggetto al fallimento e al concordato preventivo

1.3 La platea dei soggetti “non fallibili”

1.4 La crisi finanziaria e la crescita dell’indebitamento

1.5 La prima iniziativa a tutela dei “soggetti deboli”

1.6 L’introduzione della procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento

1.7 L’approvazione della legge n. 3/2012

1.8 Finalità chiare per una procedura tutta da scoprire

1.9 La necessità di modificare la legge n. 3/2012

1.10 La nuova struttura delle legge n. 3/2012

1.11 E ntrata in vigore delle modifiche portate dal D.L. 179/2012

2

La crisi da sovraindebitamento: finalità e definizione

2.1 La modifica della rubrica dell’articolo

2.2 La finalità

2.3 L’iniziativa

2.4 La definizione di sovraindebitamento

2.5 Sovraindebitamento patrimoniale

2.6 Il sovraindebitamento per incapacità di adempiere regolarmente

le obbligazioni

2.7 Il consumatore

3

I presupposti di ammissibilità

3.1 Il presupposto soggettivo del debitore

3.1.1 Il presupposto soggettivo del debitore (segue)

3.1.2 Il presupposto soggettivo, l’imprenditore agricolo

3.2 Il debitore non imprenditore

3.2.1 Il debitore non imprenditore (segue)

3.3 Gli enti privati non profit

3.4 Gli enti pubblici

3.5 L’assenza di recidività

3.6 Altri impedimenti soggettivi

3.7 La previsione del piano secondo la legge originaria e dopo le modifiche

3.8 I creditori estranei e quelli privilegiati

3.9 I crediti erariali e previdenziali

3.10 Il contenuto del piano

3.10.1 Il contenuto del piano (segue)

4

Il contenuto dell’accordo o del piano del consumatore

4.1 Il contenuto della proposta

4.2 L’intervento di terzi

4.3 La eventuale limitazione al credito del debitore

4.4 La moratoria nel pagamento dei soggetti estranei all’accordo

4.5 La moratoria dopo le modifiche

5

Il deposito della proposta e gli adempimenti connessi

5.1 La competenza territoriale

5.2 La presentazione della proposta e i documenti da allegare come previsto inizialmente

5.3 Il deposito della proposta dopo le modifiche

5.4 Gli effetti del deposito della proposta

5.5 Il patrocinio legale

6

Il procedimento

6.1 Il giudice

6.2 I controlli iniziali del giudice

6.3 Il procedimento camerale

6.4 Il provvedimento del giudice

6.5 L’apertura della procedura

6.6 L’oggetto dell’udienza

6.7 I provvedimenti in sede di udienza prima delle modifiche

6.7.1 I provvedimenti in sede di udienza dopo le modifiche

6.8 La sospensione delle procedure esecutive

6.9 La proponibilità della richiesta di fallimento

6.10 Gli atti di straordinaria amministrazione

7

Il raggiungimento dell’accordo

7.1 L’espressione del consenso

7.2 La modificabilità della proposta

7.3 Il raggiungimento della maggioranza

7.4 I diritti dei creditori nei confronti dei coobbligati

7.5 L’eventuale effetto novativo dell’accordo

7.6 La revoca di diritto dell’accordo a tutela di particolari creditori

7.7 La cessazione di diritto dell’accordo e l’eventuale revoca

8

L’omologazione dell’accordo

8.1 Il raggiungimento del quorum

8.2 Il mancato raggiungimento del quorum

8.3 Le eventuali contestazioni dei creditori

8.4 Il contenuto e il destinatario delle contestazioni

8.5 La comunicazione al giudice

8.6 I controlli del giudice

8.7 L’omologazione e gli effetti prima della novella

8.7.1 L’omologazione dopo la novella, effetti e decadenza

8.8 I reclami avverso i provvedimenti del giudice

8.9 L’eventuale dichiarazione di fallimento dopo l’omologazione

9

Procededimento ed omologazione del piano del consumatore

9.1 La previsione espressa del procedimento di omologazione del piano del consumatore

9.2 Il provvedimento iniziale del giudice e i relativi controlli

9.3 L’udienza dinanzi al giudice

9.4 L’omologazione o il diniego

10

Gli effetti dell’omologazione del piano del consumatore

10.1 L’obbligatorietà del piano omologato

10.2 Il mancato pagamento dei creditori

11

Esecuzione dell’accordo e del piano del consumatore

11.1 L’esecuzione dell’accordo e la nomina del liquidatore

11.2 Il liquidatore

11.3 L’attività del giudice dopo l’omologazione

11.4 La disposizione di tutela per i creditori prima e dopo la novella

11.5 I crediti sorti in occasione o in funzione del procedimento

11.6 I compiti dell’organismo di composizione della crisi

12

L’impugnazione e la risoluzione dell’accordo

12.1 Impugnazione e risoluzione

12.2 L’annullamento dell’accordo

12.3 La legittimazione attiva e quella passiva

12.4 La risoluzione dell’accordo

12.5 La legittimazione attiva e quella passiva

12.6 La proposizione dell’azione di annullamento e di risoluzione

12.7 Gli effetti dell’annullamento e della risoluzione

12.8 Il gravame avverso il provvedimento del tribunale

13

La revoca e la cessazione degli effetti dell’omologazione del piano

del consumatore

13.1 La cessazione di diritto dell’accordo e l’eventuale revoca

13.2 Cessazione degli effetti dell’omologazione da parte del tribunale

13.3 I diritti acquisiti dai terzi in caso di cessazione degli effetti dell’omologazione

Parte II

La liquidazione del patrimonio

14

La liquidazione dei beni

14.1 L’introduzione di una nuova procedura

14.2 I soggetti che possono accedere alla procedura di liquidazione dei beni

14.3 Il tribunale competente a ricevere la domanda

14.4 La documentazione da allegare alla domanda

14.5 La notizia all’agente della riscossione

14.6 I beni esclusi dalla liquidazione

14.7 Gli effetti del deposito della proposta

15

La conversione della procedura di composizione in liquidazione

e l’apertura della liquidazione

15.1 La conversione

15.2 I controlli del giudice in fase di apertura della liquidazione

15.3 Il contenuto del provvedimento del giudice

15.4 La durata della procedura

16

L’inventario e l’elenco dei creditori

16.1 L’attività iniziale del liquidatore

16.2 L’inventario

16.3 La comunicazione ai creditori

17

La domanda di partecipazione alla liquidazione

17.1 Forma e sottoscrizione della domanda

17.2 Dove si deposita la domanda

17.3 Il contenuto della domanda

18

La formazione del passivo

18.1 L’esame delle domande e la formazione del progetto di stato passivo

18.2 L’approvazione dello stato passivo o l’intervento del giudice

19

Il programma di liquidazione e la realizzazione dei beni

19.1 Il programma di liquidazione

19.2 La liquidazione dei beni e dei diritti

19.3 La vendita di immobili in presenza del creditore fondiario

19.4 La purgazione delle formalità pregiudizievoli

19.5 La chiusura della procedura

20

Le azioni del liquidatore. I beni e i crediti sopravvenuti

20.1 La legittimazione attiva del liquidatore

20.2 I beni e i crediti sopravvenuti

21

I creditori posteriori

21.1 I creditori posteriori

21.2 I crediti sorti in occasione della liquidazione

Parte III

Gli organismi di composizione

della crisi e le sanzioni

22

Gli organismi di composizione della crisi

22.1 Gli organismi di composizione della crisi

22.2 La costituzione degli organismi di composizione della crisi

22.3 L’iscrizione nel registro

22.4 L’abrogazione dell’iscrizione di diritto nel registro

22.5 I compiti dell’organismo di composizione della crisi

22.6 L’organo di composizione quale liquidatore

22.7 Le modalità per le comunicazioni

22.8 I professionisti quali organismi di composizione della crisi

22.9 Compensi spettanti all’organismo di composizione

22.10 Le banche dati

22.11 L’accesso alle banche dati

22.11.1 L’accesso alle banche dati (segue)

22.12 La conservazione dei dati personali

23

Le sanzioni e l’entrata in vigore

23.1 L’art. 16 prima e dopo il D.L. 179/2012

23.2 Le sanzioni, cenni generali

23.3 I reati propri del debitore

23.4 I reati propri dell’organismo di composizione della crisi o del professionista

23.5 Le false attestazioni

23.6 L’omissione o il rifiuto ingiustificato di compiere atti d’ufficio

23.7 Entrata in vigore delle nuove sanzioni

Parte IV

Le norme abrogate dall’art. 18 del D.L. n. 179/2012

24

Organismo di composizione della crisi

24.1 I compiti dell’organismo di composizione della crisi

24.2 La responsabilità dell’organismo

25

L’accesso alle banche dati pubbliche

25.1 Le banche dati

25.2 L’accesso alle banche dati

25.3 L’accesso alle banche dati (segue)

25.4 La conservazione dei dati personali

26

Le sanzioni

26.1 Cenni generali

26.2 I reati propri del debitore

26.3 I reati propri dell’organismo di composizione della crisi

26.4 Le false attestazioni

26.5 L’omissione o il rifiuto ingiustificato di compiere atti d’ufficio

27

Le disposizioni transitorie e finali

27.1 Le disposizioni secondarie

27.2 Il periodo transitorio

27.3 L’emanazione delle tariffe applicabili

27.4 La necessità di una lunga vacatio legis

Parte V

La composizione della crisi

da sovraindebitamento ex D.L. 212/2011

Le start-up innovative e le procedure concorsuali

28

La composizione della crisi da sovraindebitamento secondo il d.l. 212/2011

28.1 L’introduzione della procedura di composizione della crisi da

sovraindebitamento

28.2 La figura del consumatore

28.3 Il diverso quorum per il raggiungimento dell’accordo

28.4 La breve vita del D.L. 212/2012

28.5 Il D.L. 22 dicembre 2011, n. 212

29

Le start-up innovative e le procedure concorsuali

29.1 La definizione di start-up innovativa

29.2 L’esclusione delle start-up innovative della procedure fallimentari

29.3 L’applicazione di procedure concorsuali diverse da quelle regolate dalla legge n. 3/2012

Parte VI

Profili fiscali

30

Profili fiscali

30.1 L’imposta sul valore aggiunto

30.1.1 Generalità

30.1.2 L’irrilevanza della procedura

30.1.3 La garanzia per il rimborso del credito IVA

30.1.4 Il necessario coordinamento tra debitore e liquidatore

30.1.5 La soddisfazione del creditore con dazione di beni

30.1.6 Le problematiche per i creditori, le note di credito per sola IVA

30.1.7 L’IVA ad esigibilità differita

30.1.7.1 L’IVA ad esigibilità differita (segue)

30.2 Le imposte dirette

30.2.1 Generalità

30.2.2 La indifferenza dell’accesso alla procedura o dell’omologazione dell’accordo

30.2.3 La rilevanza ai fini delle II.DD. in caso di soddisfazione con dazione di beni

30.2.4 Le perdite subite dai terzi

30.3 L’imposta regionale sulle attività produttive

30.3.1 Generalità

30.3.2 L’irrilevanza della procedura

30.4 Il sostituto d’imposta

30.4.1 Il sostituto d’imposta, cenni

30.4.2 L’irrilevanza della procedura

30.5 L’imposta municipale propria (IMU)

30.5.1 L’imposta municipale propria, cenni

30.5.2 La titolarità del diritto reale

30.6 La compensazione dei crediti

30.6.1 La compensazione dei crediti, cenni

30.7 L’imposta di registro

30.7.1 Il decreto di omologazione

30.8 Il processo tributario

30.8.1 L’assistenza obbligatoria del soggetto abilitato

30.8.2 Il reclamo e la mediazione nel processo tributario

30.8.3 La legittimazione processuale del debitore

30.8.4 La notifica degli atti impositivi

Appendice

L. 27-1-2012 n. 3 – Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento (G.U. n. 24 del 30 gennaio 2012) — Stralcio

D.L. 18-10-2012 n. 179 — Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese. (G.U. n. 245 del 19 ottobre 2012, S.O.) — Articoli estratti

R.D. 16 marzo 1942, n. 267. — Disciplina del fallimento, del concordato preventivo e della liquidazione coatta amministrativa

Bibliografia

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