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Scuola chiusa per il Ramadan a Milano: cosa dice la normativa?

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La scuola di Pioltello, in provincia di Milano, intitolata a Iqbal Masih, bambino pakistano martire del lavoro infantile, morto a soli 12 anni, chiude per la fine del Ramadan e scoppia il caso.

In questo articolo prendiamo spunto da un fatto di cronaca per spiegare e approfondire il concetto di autonomia organizzativa delle scuole, anche in relazione all’adozione del calendario scolastico.

Ma procediamo con ordine.

Il contesto in cui si è sviluppato il caso

Pioltello è un piccolo Comune lombardo di soli 36.000 abitanti che si caratterizza per la multiculturalità dei suoi residenti.

Dei poco più di 1100 alunni iscritti, circa il 40% è di religione musulmana. Poiché il giorno della fine del Ramadan i bambini provenienti da famiglie musulmane non vanno a scuola, le classi sono dimezzate. Si tratta, di fatto, di una impossibilità di svolgere correttamente l’attività didattica e formativa.

La scuola di Pioltello è così caratterizzata da comunità multiculturale e, infatti, sul sito dell’istituto si legge che essa «si è caratterizzata dimostrando sensibilità e attenzione nei confronti di tutti i bambini, e conseguentemente molto ha lavorato e lavora anche per favorire l’accoglienza e l’inclusione di tutti i ragazzi con disabilità, disagio sociale e stranieri. A tal proposito, avendo avuto da alcuni anni a questa parte un incremento di alunni di provenienza straniera, gli insegnanti hanno sentito l’esigenza di occuparsi in modo più specifico delle problematiche legate al loro inserimento. Nella scuola, infatti, operano associazioni per l’alfabetizzazione.

Il 26 maggio 2023 la scuola della provincia milanese ha così deciso la chiusura per il 10 aprile 2024, giorno in cui la comunità islamica festeggia la fine del Ramadan, cioè del mese sacro per i musulmani. La decisione è stata ribadita anche il 26 marzo 2026 da una circolare.

La decisione ha generato una pioggia di indignazione e contestazioni contro il preside e i professori, che hanno deliberato la chiusura in Consiglio di istituto e l’accusa di fare scelte contro i valori e le tradizioni italiane.

Al di là delle varie polemiche anche politiche, una domanda sorge spontanea: è così anomalo quanto avvenuto in questa scuola di Pioltello?

È il momento di fare un po’ di chiarezza con normativa alla mano.

Chi stabilisce i giorni di festa e chiusura delle scuole

Al contrario di quanto comunemente si crede, non è il Ministro dell’istruzione a definire il calendario scolastico.

Fermo restando il numero minimo di 200 giorni di lezione all’anno, il Ministero ogni anno indica, con un’ordinanza, le date delle festività nazionali in cui le scuole devono restare chiuse, nonché le date degli esami di Stato.

Le Regioni fissano poi la data di inizio e di fine delle lezioni, nonché degli eventuali ulteriori giorni di chiusura delle scuole durante le festività.

Ma allora la singola scuola può disporre la chiusura in un giorno non festivo o non previsto a livello regionale?

La normativa: il D.P.R. 275/1999 e l’autonomia delle scuole

In Italia esiste il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche.

Tale principio, in base all’art. 1 del D.P.R. 275/1999, è una garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale.

Ma c’è di più. Grazie al principio di autonomia, le scuole possono progettare e realizzare interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche degli alunni coinvolti con il fine di garantire il successo formativo.  

Alle scuole è riconosciuto anche un margine di autonomia per decidere il calendario scolastico e i giorni di chiusura, in base alle esigenze territoriali e della scuola.

La variazione del calendario scolastico è, quindi, una prassi comune. Le singole scuole adattano il loro calendario per il santo patrono della città, per i ponti invernali per la settimana bianca o per il carnevale. Ciò significa che se la scuola rimarrà chiusa per uno o due giorni di più rispetto al calendario regionale, chiuderà l’anno uno o due giorni dopo.

L’autonomia organizzativa

Per comprendere se è legittima la decisione del consiglio di istituto della scuola Iqbal Masih dobbiamo allora comprendere il concetto di autonomia organizzativa, contenuto nell’art. 5 del D.P.R. 275/1999.

In base a tale principio, la scuola può, tra le altre cose, anche modificare il calendario scolastico in relazione alle esigenze derivanti dal PTOF (il Piano triennale dell’offerta formativa), nel rispetto di quanto stabilito dalla Regione e garantendo i 200 giorni di lezione per ogni anno scolastico.

Dunque, il calendario scolastico può essere modificato in base alle esigenze del PTOF, ma cos’è questo documento? Leggiamo la legge.

La normativa: l’art. 3 del D.P.R. 275/1999 e il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF)

In base all’art. 3 del D.P.R. 275/1999, il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) è il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche.

Il PTOF è quindi la carta fondamentale della scuola, un documento identitario e caratterizzante dell’offerta formativa e dell’autonomia scolastica: nel PTOF è descritto tutto quello che la scuola può offrire agli studenti in base a quelli che sono i suoi valori e i suoi obiettivi fondamentali. Se, ad esempio, la scuola nel PTOF dispone che, tra gli obiettivi da conseguire, vi è quello dell’inclusione soprattutto degli alunni stranieri, anche favorendo la conoscenza di altre religioni e di altre culture, ben potrà prevedere attività laboratori, corsi, viaggi d’istruzione e anche festività che esulano dal calendario strettamente italiano e cattolico.

Il Piano triennale dell’offerta formativa consente anche ai genitori di scegliere istituti idonei in cui iscrivere i propri figli, ecco perché il rispetto del piano è un dovere per il preside e per tutto il corpo docente.

Veniamo, quindi, al calendario scolastico.

Ogni scuola può adattare il calendario scolastico in base alle esigenze del PTOF, nel rispetto del monte ore annuale (devono essere garantiti 200 giorni di lezione).

Il PTOF della scuola Iqbal Masih

Torniamo al caso di cronaca che ci ha dato lo spunto per analizzare la normativa dell’autonomia scolastica.

Nel PTOF per gli anni 2022/2025 della scuola Iqbal Masih si legge che «La presenza di alunni provenienti da Paesi differenti porta ad una conformazione multiculturale delle classi e della Scuola, dunque ad un positivo confronto tra le culture, e permette di attivare un’educazione interculturale basata sulla valorizzazione delle diversità».

Il dirigente scolastico ha spiegato la scelta del suo Consiglio di istituto dicendo che questa è dovuta semplicemente alla ricerca dell’efficienza: non è possibile fare lezione se quasi la metà degli studenti non è presente in classe. Buonsenso e rispetto del Piano triennale dell’offerta formativa alla base della decisione, che rispetta la normativa attualmente vigente su analizzato.

Possiamo quindi concludere che la scelta del Consiglio di istituto Iqbal Masih di Pioltello sia del tutto legittima.