Nelle scorse settimane Sergio Mattarella, che nel 2022 ha iniziato il secondo mandato da Presidente della Repubblica, ha espresso la sua opinione in relazione ad alcuni episodi di attualità.
Le sue dichiarazioni ci forniscono l’occasione per approfondire un tema molto interessante per il diritto costituzionale: la libertà di espressione e le forme di esternazioni per il Presidente della Repubblica. Procediamo con ordine.
I casi di cronaca
Lo scorso 23 febbraio Pisa è diventata terreno di violenti scontri tra manifestanti e polizia. In quell’occasione, l’operato delle forze dell’ordine è stato fortemente criticato e il Presidente della Repubblica è intervenuto con una telefonata al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Il contenuto della telefonata è stato riportato in una nota pubblicata il 24 febbraio 2024 sul sito del Quirinale: «Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento».
A distanza di pochi giorni, un altro episodio ha attirato l’attenzione del Capo dello Stato. L’Università di Napoli Federico II aveva, infatti, invitato Maurizio Molinari, direttore de “La Repubblica”, per parlare del ruolo della cultura nel contesto di un Mediterraneo coeso. Il giorno dell’intervento è scoppiata la protesta da parte di alcuni collettivi, che hanno impedito l’intervento. Anche in questo caso, il Presidente ha sentito la necessità di intervenire e ha rilasciato alcune dichiarazioni, poi riportate nel comunicato pubblicato sul sito del Quirinale il 15 marzo 2024.
Il Presidente ha chiamato il Direttore de “La Repubblica” per esprimergli solidarietà e ha aggiunto che «quel che vi è da bandire dalle Università è l’intolleranza, perché con l’Università è incompatibile chi pretende di imporre le proprie idee impedendo che possa manifestarle chi la pensa diversamente».
Infine, è di pochi giorni fa l’espressione di solidarietà e di apprezzamento per l’operato della Scuola di Pioltello chiusa per la fine del Ramadan, di cui abbiamo parlato in un altro articolo.
Ma il Presidente della Repubblica può esprimere liberamente il suo pensiero o esistono dei limiti alle sue esternazioni? Vediamo cosa dice la Costituzione.
La libertà di espressione del Presidente nella Costituzione
Il Presidente della Repubblica è la più alta carica dello Stato e la Costituzione ne traccia le funzioni e, quindi, i limiti.
Vista la sua importanza, abbiamo già dedicato alla figura del Presidente un dettagliato articolo. Ma ora concentriamoci sulla sua libertà di espressione.
Partiamo dalla connotazione fondamentale del Presidente: il primo comma dell’art. 87 della Costituzione stabilisce che egli è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale. Deduciamo che il Capo dello Stato non può mai essere di parte, poiché la sua funzione è quella di essere il garante della Costituzione.
Sulla base di tale principio, c’è da chiedersi se il Presidente goda della stessa libertà dei cittadini nell’esternazione delle sue opinioni. Anche se l’art. 21 della Costituzione stabilisce che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, per il particolare caso del Presidente della Repubblica, la carica pubblica impone la massima cautela.
Il Presidente, infatti, deve sempre agire nel rispetto della sua funzione di garante dell’unità nazionale, per cui le sue esternazioni non devono rappresentare atti di indirizzo politico, poiché egli è al di sopra delle forze politiche.
I messaggi e le esternazioni del Presidente
Il Presidente della Repubblica può esprimere il proprio pensiero attraverso:
- messaggi formali. Un classico esempio è il messaggio motivato con cui il Presidente rinvia le leggi alle Camere per chiedere una nuova deliberazione. È un messaggio formale poiché il Presidente deve indicare in modo dettagliato i motivi del rinvio
- messaggi liberi, cioè messaggi a contenuto libero, non strettamente giuridico, inviati alle Camere. Con essi il Presidente interviene su questioni di particolare importanza per sollecitare, orientare o ammonire il Parlamento e il Governo. Tali messaggi non devono comunque contenere un indirizzo politico
- esternazioni atipiche, cioè tutte le manifestazioni di pensiero e di opinioni che il Presidente fa al di fuori dell’esercizio delle sue funzioni. Le esternazioni non sono forme di espressione previste dalla Costituzione e sono spesso dichiarazioni rivolte alla stampa o rese in occasione di eventi pubblici. Queste esternazioni riflettono la personalità del Presidente e il modo in cui esercita le sue funzioni.
La differenza tra messaggi liberi ed esternazioni atipiche è sostanziale. I messaggi liberi sono, infatti, atti formalmente e sostanzialmente presidenziali, cioè atti il cui contenuto è deciso dal Capo dello Stato, e, pertanto, devono essere controfirmati dal Presidente del Consiglio.
La Costituzione stabilisce che nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato da un Ministro o dal Presidente del Consiglio. In merito, abbiamo già detto che il Capo dello Stato non può realizzare atti di indirizzo politico. Egli, infatti, non è responsabile politicamente (si parla di irresponsabilità presidenziale). La controfirma, cioè la firma di un membro del Governo (Presidente del Consiglio o Ministri) ad un atto del Presidente della Repubblica, è espressione di tale irresponsabilità del Presidente: la responsabilità politica di quell’atto si sposta sul soggetto che lo controfirma.
Per le esternazioni atipiche non è richiesta la controfirma.
Possiamo considerare le esternazioni come espressioni di un “rapporto diretto” tra il Presidente e i cittadini, che divengono più frequenti in momenti di crisi.
Il Capo dello Stato deve usare con estrema prudenza tali strumenti, poiché in Italia, come abbiamo detto, egli rappresenta l’unità nazionale e, non essendo espressione di un potere politico, deve evitare che i suoi giudizi e le sue opinioni contengano implicitamente una critica e possano essere interpretati come dissenso verso l’operato del Governo o del Parlamento.
Le manifestazioni di pensiero di Sergio Mattarella
Tornando alle recenti esternazioni del Presidente Mattarella, queste rientrano tra le esternazioni atipiche, nelle quali la prima carica dello Stato ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sul rispetto di alcuni principi costituzionali: la libertà di riunione (art. 17 Cost.), la libertà di manifestazione del pensiero (art. 21) e il diritto allo studio (art. 34 Cost.).
Proprio il richiamo ad alcuni tra i più importanti principi costituzionali rende tali esternazioni legittime.