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Seconda prova orale esame avvocato: c’è la Riforma Cartabia

Seconda prova orale esame avvocato

Il Ministero della Giustizia ha pubblicato sul proprio sito il verbale della Commissione Centrale con i criteri per la valutazione dei candidati ammessi alla seconda prova orale dell’esame per l’iscrizione nell’Albo degli Avvocati della sessione 2022. La novità principale riguarda l’inclusione delle riforme Cartabia tra gli argomenti che i candidati devono conoscere.

La seconda prova orale dell’esame di avvocato

La seconda prova orale, secondo quanto previsto dall’articolo 2, comma 7, del Dl 31/2021 e dall’articolo 2, comma 3 del Dm 16 settembre 2022, passa attraverso due punti fondamentali:

  • Discussione di brevi questioni relative a cinque materie scelte in precedenza dal candidato
  • Dimostrazione della conoscenza dell’ordinamento forense e dei diritti e doveri dell’avvocato.

Considerata poi la sostituzione dei tre elaborati scritti con unica Prima Prova, in forma orale, e la diversa articolazione delle materie della Seconda Prova si esclude la “necessità di richiamo, in occasione della Seconda Prova, alle risultanze della Prima Prova“, mentre “la ridotta composizione delle Sottocommissioni comporta la diversa articolazione del punteggio minimo di valutazione della idoneità del candidati”.

Con una determinazione del 2 febbraio scorso, la Commissione ha deciso che i quesiti proposti ai candidati non devono riguardare direttamente gli istituti modificati o introdotti dalle riforme di cui al d.lgs. n. 149 del 2022 e al d.lgs. n. 150 del 2022, recentemente approvati. Tuttavia, questa determinazione vale esclusivamente per la Prima Prova. Una delle questioni della Seconda Prova deve invece riguardare il diritto processuale civile o penale (oltre al diritto civile e/o penale), implicando quindi la necessità di conoscere anche le riforme Cartabia. È quindi confermato che i decreti Cartabia saranno oggetto dell’esame, e in generale è necessaria la preparazione sui candidati riguardo all’ordinamento vigente.

Criteri di valutazione

Per il resto, i criteri di valutazione previsti dalla normativa rimangono confermati, ovvero:

  • Chiarezza, logicità e rigore metodologico dell’esposizione;
  • Dimostrazione della concreta capacità di soluzione di specifici problemi giuridici;
  • Dimostrazione della conoscenza dei fondamenti teorici degli istituti giuridici trattati;
  • Dimostrazione della capacità di cogliere eventuali profili di interdisciplinarità;
  • Dimostrazione della conoscenza delle tecniche di persuasione e argomentazione.

A questi criteri si aggiunge la necessità di dimostrare la capacità di sintesi. Infine, si ribadisce l’importanza che gli aspiranti avvocati abbiano la conoscenza dell’ordinamento forense e dei diritti e doveri dell’avvocato.

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