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La mozione di sfiducia spiegata in modo semplice

Mozione di sfiducia

Ancora una volta il Parlamento sta discutendo e votando mozioni di sfiducia indirizzate a singoli Ministri e non all’intero Governo.

La prima è stata respinta il 25 febbraio 2025 dalla Camera dei Deputati con riguardo al Ministro del Turismo, Daniela Santanchè. Nello stesso giorno è iniziata anche la discussione della mozione di sfiducia contro il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Ma cosa sono le mozioni di sfiducia e perché vengono presentate così spesso dalle opposizioni? In questo articolo vediamo in cosa consiste il rapporto di fiducia che lega il Governo al Parlamento, qual è la funzione delle mozioni di sfiducia e qual è la normativa applicabile, soprattutto alle mozioni individuali.

Prima di analizzare i casi dei Ministri Daniela Santanchè e Carlo Nordio, però, vediamo cosa si intende per fiducia.

La fiducia tra Governo e Parlamento

Quando votiamo non eleggiamo direttamente il Governo, cioè il Presidente del Consiglio e i Ministri che, insieme, compongono il Consiglio dei Ministri.

In Italia, infatti, è il Presidente della Repubblica che, dopo le consultazioni con i leader dei principali partiti, affida ad un soggetto – quasi sempre il leader del partito che ha preso più voti – l’incarico di formare il Governo. Questa persona sceglie i Ministri e, dopo aver prestato giuramento, presenta il Governo al Parlamento. Entro 10 giorni dalla sua formazione, infatti, il Governo deve chiedere e ottenere la fiducia alle Camere.

L’articolo 94 della Costituzione stabilisce che il Governo deve avere la fiducia del Parlamento ma la fiducia votata dopo la formazione del Governo non è immutabile e può venire meno. Ciascuna Camera, infatti, può revocare la fiducia con una mozione motivata e votata per appello nominale. Quanto appena detto ci fa capire che il Governo esiste solo finché persiste la fiducia del Parlamento. Se il Parlamento revoca la fiducia, il Governo cade.

Vediamo come si può revocare la fiducia.

La mozione di sfiducia al Governo

La mozione di sfiducia è la dichiarazione formale con cui alcuni Parlamentari esplicitano il venir meno della fiducia e deve essere presentata da almeno un decimo dei componenti della Camera in cui la mozione è presentata.

Tra la presentazione e la discussione con successiva votazione della mozione devono passare almeno tre giorni. Il voto avviene per appello nominale: ogni parlamentare dichiara pubblicamente il proprio voto.

La mozione è approvata se votano a favore della mozione la metà +1 dei componenti della Camera o del Senato.

Poiché con l’approvazione della mozione si palesa il venir meno del rapporto di fiducia che lega Governo e Parlamento, il risultato è che il Governo è costretto a dimettersi.

Un aspetto interessante da considerare è la differenza tra mozione di sfiducia e questione di fiducia. Mentre la prima è un’iniziativa parlamentare che punta a revocare la fiducia al Governo, la seconda è uno strumento a disposizione del Governo per ottenere l’approvazione parlamentare su un provvedimento ritenuto fondamentale e ricompattare la maggioranza.

La Costituzione si riferisce alla mozione di sfiducia destinata all’intero Governo, ma è possibile anche sfiduciare il singolo Ministro, come avvenuto per il Ministro Santanchè e il Ministro Nordio. Vediamo come funziona la mozione di sfiducia individuale.

La mozione di sfiducia individuale

La mozione di sfiducia individuale consente di conservare il rapporto di fiducia tra Parlamento e Governo e viene presentata per censurare il comportamento di un singolo Ministro.

Una precisazione è necessaria. La Costituzione prevede solo la mozione di sfiducia all’intero Governo. Quella di presentare mozioni di sfiducia a singoli Ministri è una pratica consolidata solo da alcuni decenni. Questa prassi, infatti, si è affermata solo a partire dagli anni ’80, offrendo uno strumento per affrontare situazioni di crisi politica o di grave responsabilità individuale all’interno del Governo.

L’art. 115 del Regolamento Camera stabilisce che alla mozione di sfiducia individuale si applica la stessa disciplina prevista per la mozione di sfiducia all’interno Governo.

I numeri delle mozioni di sfiducia individuali

Ma quali sono i numeri delle mozioni di sfiducia individuali? A fronte delle più di 80 mozioni presentate, solo una ha portato alle dimissioni del Ministro. Nel 1995, Filippo Mancuso, Ministro della Giustizia del Governo Dini, fu sfiduciato. Da allora, nessuna mozione di sfiducia è stata approvata. Questo dato evidenzia la difficoltà di ottenere l’approvazione di una mozione di sfiducia individuale, che richiede una convergenza politica ampia e trasversale.

Proprio perché la Costituzione nulla dice in merito alla mozione di sfiducia individuale, non era chiaro quali fossero le conseguenze della sua eventuale approvazione. Dopo il caso Mancuso, si è imposta la necessità di capire quali sono le conseguenze dell’approvazione. Se approvata, la mozione comporta l’obbligo di dimissioni per il Ministro in questione (come ribadito dalla Corte cost. con la sent. 7/1996).

Come ribadito dai giudici costituzionali, il Presidente del Consiglio dei ministri deve sostituire il Ministro nei cui confronti una Camera ha approvato una mozione di sfiducia, quando questi non si dimette. Spetta al Presidente della Repubblica adottare, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, il decreto con il quale conferire al Presidente del Consiglio dei Ministri la titolarità ad interim del Ministero in sostituzione del Ministro sfiduciato.

Ma se i numeri sono questi, perché le opposizioni continuano a presentare le mozioni di sfiducia? In Italia la mozione di sfiducia persegue più obiettivi politici e di comunicazione che quello di far dimettere il Ministro in questione. La mozione è un’occasione per mettere al centro del dibattito politico e mediatico un Ministro o la vicenda che accompagna la richiesta di sfiducia.

Possiamo ora comprendere i casi Santanchè e Nordio.

La sfiducia ai Ministri del Turismo e della Giustizia

Il Ministro del Turismo Daniela Santachè nel corso di questa legislatura ha raccolto il maggior numero di mozioni di sfiducia: sono già tre le votazioni per sfiduciarla. Il 25 febbraio il Parlamento ha votato l’ultima mozione, respingendola.

Daniela Santanchè il 17 gennaio è stata rinviata a giudizio per falso in bilancio nell’ambito del caso Visibilia Editore e il 20 marzo inizierà il processo a suo carico.

Forse più delicata, anche per la rilevanza internazionale, la situazione che riguarda la sfiducia al Ministro Nordio. La sfiducia, infatti, nasce dalla gestione del caso Almasri (se vuoi saperne di più, ne abbiamo scritto qui).

Una mozione di sfiducia come quella in discussione in questi giorni serve a far parlare dei casi che hanno coinvolto i Ministri. L’opposizione le utilizza dunque per motivi politici, ma non manca chi, come Carlo Calenda, ritiene che la mozione di sfiducia rafforza la persona che vi è sottoposta e ricompatta la maggioranza.

Se vuoi approfondire questo e altri argomenti di diritto costituzionale, ti consigliamo la lettura del nostro Compendio.