Stai preparando l’esame di procedura penale? Allora è probabile che tu stia per studiare le misure cautelari.
Sappi che le misure cautelari sono uno degli argomenti più richiesti all’esame e, per questo motivo, abbiamo deciso di darti in questo breve articolo delle coordinate per comprenderle al meglio.
Le misure cautelari: cosa sono
Il Libro IV del Codice di procedura penale disciplina le misure cautelari, cioè quei provvedimenti adottati dall’autorità giudiziaria (dal giudice su richiesta del P.M.) sia nel corso delle indagini preliminari sia nella fase processuale, e comunque prima della pronuncia definitiva sulla colpevolezza, caratterizzati dalla finalità cautelare, ovvero dallo scopo di difendere esigenze socialmente o processualmente rilevanti.
Le misure cautelari incidono:
- sulla libertà personale dell’individuo
- sulle facoltà e i diritti costituzionalmente protetti
- sulla libera disponibilità di un bene
Le misure disciplinate da tale Libro possono essere suddivise in due categorie:
- misure cautelari personali, che limitano la libertà personale. Esse sono applicabili sono per i delitti e il legislatore ha previsto un’ulteriore limitazione, stabilendo la pena edittale superiore a un certo limite per la loro applicazione. A loro volta, le misure cautelari personali possono essere coercitive, se limitano la libertà personale, o interdittive, se incidono su facoltà e diritti costituzionalmente protetti connessi a status o professioni.
Le misure coercitive, poi, possono essere custodiali (ad esempio, la custodia cautelare in carcere o gli arresti domiciliari) o non custodiali (pensiamo, ad esempio, all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria o al divieto di dimora). Il massimo grado di afflittività è costituito ovviamente dalla custodia cautelare in carcere, che priva in modo totale il soggetto della sua libertà e sottopone il soggetto allo stesso trattamento previsto in caso di condanna con pena detentiva;
- misure cautelari reali, che incidono sul patrimonio, determinando l’indisponibilità di beni mobili o immobili. La funzione è duplice poiché, da un lato, esse hanno una finalità conservativa, possono cioè servire a garantire l’esecuzione della sentenza; dall’altro, possono avere una finalità preventiva e servire ad evitare che l’uso di una cosa pertinente al reato possa agevolare le sue conseguenze o la commissione di altri reati.
Richiedere una misura cautelare vuol dire, dunque, limitare la sfera personale o patrimoniale di un soggetto, ma sono laddove vi sia la necessità di tutelare altri interessi tassativamente indicati dal legislatore, cioè laddove sussistano le cd. esigenze cautelari, e in presenza di presupposti espressamente richiesti dal codice.
Il legislatore ha previsto dei caratteri comuni a tutte le misure cautelari. In particolare, le misure devono:
- rispettare le riserve di legge stabilite dalla Costituzione
- avere carattere tassativo
- corrispondere a quelle tipizzate dal legislatore
- rispettare le finalità cautelari
- essere applicate dal giudice che ha l’obbligo di adottarle con provvedimento motivato
Quando si parla di misure cautelari devi, quindi, avere ben chiaro prima di tutti quali sono:
- le condizioni per applicarle
- le esigenze cautelari
- i criteri di scelta tra le varie misure
Misure cautelari: condizioni per applicarle (art. 273)
Affinchè si possa applicare una misura cautelare, oltre alle esigenze cautelari, occorre che vi siano dei presupposti. L’art. 273, infatti, stabilisce che:
- nessuno può essere sottoposto a misure cautelari se a suo carico non sussistono gravi indizi di colpevolezza. Per indizio di colpevolezza si intendono quegli elementi di prova che fanno ritenere probabile che il soggetto abbia commesso il fatto
- nessuna misura può essere applicata se risulta che il fatto è stato compiuto in presenza di una causa di giustificazione o di non punibilità o se sussiste una causa di estinzione del reato o una causa di estinzione della pena che si ritiene possa essere irrogata.
Quando il P.M. richiede al giudice l’applicazione di una misura cautelare deve fornire tutti gli elementi a sostegno della sua tesi, ma anche tutti gli elementi a sostegno dell’indagato. La scelta dei documenti da sottoporre al giudice è di primaria importanza poiché il P.M. non presenterà tutti gli atti contenuti nel suo fascicolo (perché così facendo produrrebbe una discovery anticipata prima ancora che vi sia stata una scelta relativa all’esercizio dell’azione penale o meno).
Le esigenze cautelari (art. 274)
Abbiamo detto che le misure cautelari comportano una limitazione della libertà personale o patrimoniale dell’individuo e che tale limitazione può essere giustificata solo dalla necessità di tutelare un interesse egualmente meritevole di tutela.
Il legislatore ha stabilito che la compressione di tali libertà è possibile sono quando sussistono le cd. esigenze cautelari. Esse sono date dalla necessità di garantire:
- dal pericolo di inquinamento probatorio, a condizione tale pericolo sia concreto e attuale e che vi sia una concreta esigenza di tutela probatoria
- dal pericolo di fuga, ossia dal pericolo che il soggetto si sottragga al processo penale e all’applicazione della sanzione
- dall’pericolo di reiterazione delle condotte criminose, cioè dall’esigenza di proteggere l’ordinamento da un soggetto ritenuto pericoloso socialmente, che quindi può aggravare le conseguenze della sua azione o compiere nuovi reati
La valutazione del giudice (art. 275)
Nel decidere quale sia la misura applicabile, il giudice deve applicare i criteri di adeguatezza, proporzionalità e gradualità.
Il criterio dell’adeguatezza, in particolare, risponde alle esigenze cautelari.
Vige, in materia di esigenze cautelari, il principio generale in base al quale la custodia cautelare in carcere è l’extrema ratio applicabile solo quando tutte le altre misure, anche combinate tra loro, non diano comunque risposta all’esigenza cautelare. Tale regola subisce un’unica eccezione per i delitti associativi, per i delitti di associazione sovversiva, associazione con finalità di terrorismo e associazione di tipo mafioso. In questi casi, laddove vengano ravvisati gravi indizi di colpevolezza, la custodia cautelare in carcere sarà la scelta prioritaria che il giudice dovrà fare.
La decisione del giudice viene presa con ordinanza, la quale deve contenere le generalità dell’imputato, la descrizione sommaria del fatto, la valutazione delle esigenze cautelari, dei motivi per i quali non sono ritenuti sufficienti gli elementi forniti dalla difesa, la data di scadenza della misura.
Privazione della libertà che prescinde dall’accertamento del fatto, le esigenze cautelari devono permanere per tutta la durata della misura.
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