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Pluralismo e decentramento: le amministrazioni pubbliche
Come si struttura la pubblica amministrazione italiana?
In realtà, sarebbe più opportuno, in primo luogo, parlare di “pubbliche amministrazioni” al plurale, in quanto il nostro è un ordinamento “multi-organizzativo”, che accoglie cioè diversi modelli di pubblica amministrazione in relazione alla varietà delle pubbliche funzioni.
In secondo luogo, bisogna concentrarsi sul tipo di organizzazione che connota il nostro sistema amministrativo: la Costituzione recepisce la formula del decentramento, in base alla quale il potere di agire e di decidere compete non solo allo Stato centrale ma anche ad altri soggetti, che se ne assumono poi anche la responsabilità.
L’esempio più importante è costituito dall’art. 5 della Costituzione: <<la Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali e attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo».
Questo principio è diametralmente opposto all’organizzazione accentrata (tipica fu ad esempio quella del periodo fascista), nella quale il potere di decidere spetta esclusivamente ad uffici o organi centrali ed è, a sua volta, alla base della riforma del Titolo V della nostra Costituzione, dedicata a Regioni ed enti locali (L. cost. 3/2001), con cui è stata attuata la riforma in senso federalista del nostro sistema costituzionale.
Organizzazione diretta e indiretta
Alla luce di quanto detto, teniamo presente che l’organizzazione amministrativa italiana si struttura in:
- organizzazione diretta, quando lo Stato opera direttamente attraverso i propri organi che svolgono funzioni attive, consultive e di controllo.
Tali organi possono o avere una competenza estesa a tutto il territorio nazionale (organi centrali: ad esempio, un Ministero) oppure operare in determinate parti del territorio nazionale (organi periferici, come ad esempio, la Prefettura – Ufficio territoriale del Governo, con compiti di amministrazione generale e di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica e funzioni di coordinamento dell’attività amministrativa degli uffici periferici dello Stato sul territorio);
- organizzazione indiretta, che comprende gli enti pubblici, ossia enti che, pur perseguendo scopi generali e propri dello Stato, sono distinti dallo stesso e godono di un certo grado di autonomia (ad es.: INPS , Camere di Commercio ecc.).
La nozione di “ente pubblico” è fondamentale nel diritto amministrativo ed è bene comprenderla appieno: si tratta di quei soggetti, diversi dallo Stato, che esercitano funzioni amministrative e che costituiscono, nel loro complesso, la pubblica amministrazione indiretta. Tutti gli enti pubblici sono persone giuridiche: essi sono dotati di pubblici poteri (ad esempio, la potestà di emanare regolamenti interni o rilasciare certificati validi ovunque) e tutti si pongono accanto allo Stato per cooperare al raggiungimento dei molteplici fini pubblici che questo si propone.
Gli enti pubblici sono numerosi e hanno competenze anche molto diverse, per cui numerose sono le loro classificazioni: enti pubblici, territoriali, economici, autorità amministrative indipendenti ecc.
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